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Lavoratori sempre meno sani

Tra il tasso di disoccupazione più elevato degli ultimi decenni e le perdite massicce di posti di lavoro un po’ i tutti i Paesi del mondo, anche quelli più ricchi e industrializzati, come l’Italia e gli Usa, i lavoratori si sentono felici e sollevati all’idea di avere almeno un lavoro. Felici, ma a quanto pare non in buona salute.

Si stima che un lavoratore su tre ha almeno un sintomo di depressione, uno su cinque ha difficoltà ad addormentarsi spesso o molto spesso. In totale, il 14% è in trattamento per il colesterolo alto e uno su cinque deve tenere sotto costante controllo la pressione arteriosa troppo alta.

In realtà, la percentuale di lavoratori che dicono di essere in ottima salute è scesa dal 34% del 2002 al 28% del 2008, secondo un rapporto pubblicato di recente dal Families and Work Institute (FWI), una società no-profit di ricerca. A stare meglio sono i dipendenti che hanno i giorni di malattia pagati, dato ovvio, aggiungiamo noi, perchè recarsi a lavoro con la febbre alta certo non aiuta il nostro fisico a riprendersi completamente dopo una brutta influenza, per fare solo un esempio.

Escludendo la garanzia dei giorni di malattia pagati, c’è qualcos’altro che i datori di lavoro possono fare per la salute dei loro dipendenti ed è rendere l’ambiente di lavoro sano e sicuro.
Galinsky del FWI suggerisce che i dirigenti che non possono permettersi di offrire giorni di vacanza extra ai dipendenti dovrebbero mettersi nei panni dei loro lavoratori e immaginare come i dipendenti vorrebbero essere trattati. Si incoraggia i manager a parlare con calma e rispetto per i lavoratori e ad attuare una maggiore flessibilità delle ore lavorative per aiutarli a gestire la loro vita personale.
Permettere ai dipendenti di uscire prima potrebbe garantire maggiori benefici anche alla società per la produttività di ogni giorno. Lavorare più ore ma sotto stress rende infatti meno che lavorare bene per poche ore, dando il massimo.

La metà dei lavoratori intervistati nel sondaggio non svolgeva esercizio fisico, e il 25% fumava. Nel 2002, il 21% era obeso, nel 2008 ad essere obeso era il 26%. Curarsi della propria salute nelle ore di tempo libero, fuori dal lavoro, è un buon punto di partenza. Se qualcuno viene sottovalutato e sottopagato al lavoro è più a rischio di ipertensione e malattie croniche. Al contrario, un ambiente stimolante, di crescita e valorizzazione delle capacità personali di ognuno rende più sani, meno stressati e più felici.
Secondo la relazione, è necessario un equilibrio tra lavoro e vita personale. Al di fuori del lavoro, deve avanzare tempo per dormire a sufficienza, per fare shopping, per cucinare sano e per fare esercizio fisico. Se il lavoro assorbe tutta la nostra vita, l’equilibrio si spezza e la salute ne risente inevitabilmente.

[Fonte: Health.com]