Con il termine affanno (fiato corto o, in gergo medico, dispnea) si allude a una respirazione difficoltosa, dovuta generalmente a un restringimento dei condotti respiratori. Il sintomo tipico dell’affanno consiste nella sensazione che l’aria ispirata non sia sufficiente a soddisfare il fisiologico fabbisogno di ossigeno dell’organismo. Il fiato corto è un disturbo piuttosto comune tra le donne che aspettano un bambino e può manifestarsi nelle prime settimane o nei primi mesi, durante, ma anche e soprattutto nel corso degli ultimi mesi della gravidanza. Quali sono le cause? Quali i rimedi per far fronte all’affanno in gravidanza? Scopriamolo insieme.
Affanno in gravidanza: le cause
In condizioni cliniche normali, generalmente, soprattutto quando il fisico non è abituato a compiere sforzi, l’affanno si manifesta a seguito di un’attività fisica molto intensa. In gravidanza, la stessa sensazione può manifestarsi anche dopo aver svolto attività che non richiedono un sforzo fisico eccessivo.
Quando una donna aspetta un bambino può essere fisiologicamente più stanca e percepire la fatica con maggiore facilità. Mese dopo mese, con la crescita del feto, anche compiere le azioni più semplici può diventare un’impresa.
Quando il bambino cresce, infatti, l’utero diventa naturalmente più grande ed esercita una pressione sul diaframma: un muscolo che ricopre una funzione importante nella respirazione. A sua volta il diaframma spinge i polmoni andando a compromettere la respirazione, che risulta più “corta” e defficoltosa. In una simile condizione, è facile capire perché anche gli sforzi più semplici possono generare nella donna incinta una sensazione di affanno.
Affanno in gravidanza: i rimedi
Per porre rimedio all’affanno in gravidanza è sufficiente riposare il più possibile ed evitare gli sforzi fisici eccessivi. Ma va specificato che l’affanno può manifestarsi anche nello compiere attività che non richiedono sforzi significativi. In questi casi, ogni qual volta si percepisce la tipica sensazione di “fame d’aria”, è bene concedersi qualche minuto di pausa per riprendere fiato.
In altre parole, le donne in gravidanza, soprattutto negli ultimi mesi, dovrebbero rallentare i ritmi in modo da non nuocere al bambino, nè a loro stesse. Un po’ di attività fisica leggera da iniziare nelle prime settimane di gestazione e protrarre fino agli ultimi mesi, è comunque consigliata, perché – tra le altre cose – consente di rinforzare i muscoli adibiti alla respirazione. Si possono praticare fino a 30-45 minuti al giorno di ginnastica dolce, camminata o acquagym. I benefici sono assicurati.