Vivere in un luogo inquinato, con aria contaminata da gas di scarico e fumi in generale, non è salutare. Ora uno studio condotto dal Dipartimento di Psicologia e Neuroscienze presso la Duke University di Durham (Usa), ci illustra come sia deleterio anche per la salute di un feto, che una volta nato, presenterebbe maggiore rischio di sviluppare il diabete infantile ed uno stato di obesità, anche a prescindere dalla dieta seguita.
La ricerca in questione pone l’accento su quali possono essere i danni dell’esposizione di una donna in gestazione ad un forte inquinamento atmosferico, tentando di spianare la strada ad eventuali azioni di prevenzione. La sperimentazione è stata condotta dagli scienziati statunitensi su modello animale per comprendere a fondo la correlazione esistente tra l’insulino-resistenza o l’obesità e lo smog respirato dalla madre prima della nascita del bambino. Nelle analisi condotte in laboratorio, la coordinatrice dello studio Jessica L. Bolton e la sua squadra hanno esposto un gruppo di topi femmina in gestazione ad un ambiente fortemente inquinato, rispetto ad un gruppo di controllo naturalmente vissuto in un ambiente non contaminato.
I risultati ottenuti, pubblicati sulla rivista di settore della Federation of American Societies for Experimental Biology, hanno mostrato come tra i nati da madri esposte a forti concentrazioni di inquinamento atmosferico corrispondesse un tasso più alto di obesità e di diabete, con incidenza particolare negli esemplari maschi, a prescindere dalla dieta.
Commenta la ricercatrice:
Sta diventando sempre più chiaro che il nostro ambiente influenza profondamente la nostra salute in modi che sono poco comprensibili. Riteniamo che questi dati abbiano importanti implicazioni per la differenza di salute conseguenti, per esempio, alle condizioni socio-economiche.
Ecco quindi nascere la necessità, spiegano gli scienziati, di “pensare “ bene prima di esporsi allo smog da parte delle madri in gestazione. Sebbene lo studio non dimostri tale correlazione su base umana, è ipotizzabile pensare che la reazione dell’organismo umano non sia dissimile e che quindi l’aria inquinata rappresenti un possibile fattore di rischio per il bambino ancora chiuso nel grembo materno.
Fonte | Fasab
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