Uno studio sugli effetti della combustione degli inquinanti atmosferici nella città di New York rivela che i bambini nel grembo materno sono più sensibili rispetto alle loro madri ai danni provocati da tale inquinamento.
Nonostante la protezione fornita dalla placenta, che riduce la dose fetale a circa un decimo della dose della madre, i livelli di danni al DNA nei neonati sono stati simili a quelli riscontrati nelle loro madri.
Il macrostudio è stato finanziato dal National Institute of Environmental Health Sciences (NIEHS), dal National Institutes of Health e dalla US Environmental Protection Agency, oltre ad una serie di fondazioni private.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Environmental Health Perspective.
Questi risultati sono particolarmente importanti in quanto elementi di prova che confermano precedenti studi su topi di laboratorio, studi che avevano suggerito che il feto fosse più sensibile agli effetti cancerogeni degli stessi inquinanti rispetto agli adulti.
Lo studio è stato effettuato per misurare gli effetti dell’esposizione prenatale e materna alla combustione delle sostanze inquinanti, note come idrocarburi, e le conseguenze per il DNA.
Gli idrocarburi sono inquinanti atmosferici cancerogeni che vengono rilasciati nell’ambiente a seguito della combustione da auto, camion, autobus o motori, consumi residenziali, riscaldamento, energia elettrica, o ancora dal fumo di tabacco.
Secondo i ricercatori, questi inquinanti sono in grado di attraversare la barriera placentare.
Gli studiosi hanno prelevato campioni di sangue da 265 coppie di madri e neonati che vivono nella città di New York. Le madri erano tutte non fumatrici.
I ricercatori hanno poi analizzato i campioni per la presenza di due importanti biomarcatori cancerogeni, che testimoniano solitamente il rischio di cancro per l‘organismo.
Nonostante la percentuale dieci volte più bassa della dose di sostanze inquinanti per il feto rispetto alla madre, i ricercatori hanno constatato che i livelli di danni al DNA sono stati paragonabili nei neonati a quelli delle madri.
I risultati di questo studio sono coerenti con quelli di un’analoga ricerca condotta da ricercatori polacchi a Cracovia.
Come dichiarato da Frederica P. Perera, direttore del Columbia Center for Children’s Environmental Health e autore dello studio:
Questi risultati sollevano gravi preoccupazioni. La suscettibilità del feto a danni al DNA da inquinamento atmosferico, comprese le emissioni dei veicoli a motore e il fumo passivo, ha importanti implicazioni per il rischio di cancro, sottolineando l’importanza di ridurre i livelli di inquinamento atmosferico nelle città.