Home » Medicina Alternativa » Medicina Tradizionale Cinese » Alcune erbe medicinali cinesi possono essere cancerogene

Alcune erbe medicinali cinesi possono essere cancerogene

L’acido aristolochico, una sostanza riconosciuta come molto pericolosa in quanto, anche in quantità non molto elevate, può aumentare il rischio di contrarre il cancro, è stato bandito dai medicinali e dalle erbe in molti Paesi, tra cui l’Italia.

Esistono però alcuni rimedi, difficili da controllare nel mondo globalizzato, che arrivano direttamente dalla Cina o da altri Paesi Orientali. Tra le tante erbe mediche che portano dei benefici, si mescolano anche alcuni tipi di erbe che proprio bene non fanno. Possono prendere diversi nomi, il più comune è il Mu Tong, ma le sostanze che contengono spesso sono sempre le stesse, e cioè proprio l’acido aristolochico.

Questa sostanza è responsabile di alcuni tumori del tratto urinario, scrivono proprio i ricercatori taiwanesi in un articolo comparso sul Journal of the National Cencer Institute, i quali, contro la loro tradizione, hanno analizzato scientificamente l’uso di questo tipo di erbe che in Oriente vengono prescritte ormai da secoli.

Jung-Der Wang dell’Institute of Occupational Medicine and Industrial Hygiene della National Taiwan University ha condotto una ricerca su oltre 4.500 pazienti sull’isola di Taiwan, effettuando oltre 174 mila controlli nell’arco di due anni. Wang ha notato come assumere 60 grammi di Mu Tong, oppure 150 grammi direttamente di acido aristolochico, incrementa notevolmente il rischio di alcuni tipi di carcinomi del tratto urinario.

Ovviamente più si saliva con il consumo, più il rischio aumentava. Per questo nel mondo Occidentale questo tipo di sostanza è stata messa al bando già molto tempo fa, anche se, specialmente nei bazar cinesi, non è difficile trovare rimedi che lo contengono. Il consiglio dunque è sempre di controllare l’etichetta, che deve riportare (si spera non con ideogrammi) le sostanze contenute.

Inoltre, i pazienti che hanno consumato queste erbe prima del divieto dovrebbero essere monitorati regolarmente

ha aggiunto Wang nel suo articolo. Secondo Umberto Torelli, direttore Dipartimento di Oncologia medica dell’Istituto nazionale tumori di Aviano, intervistato dal Corriere della Sera, il pericolo è che questi medicinali, che si pensa possano far bene, in realtà abbiamo effetti ancora peggiori dei benefici, dunque per lui

è necessario tenere conto dei possibili effetti collaterali di sostanze considerate superficialmente benefiche

nonché aumentare i controlli, perché il sospetto che molte di queste sostanze siano sfuggite agli occhi delle autorità sanitarie è alto.

[Fonte: Corriere della Sera]