Malattie autoimmuni: tra di loro figurano delle patologie come l’artrite reumatoide, il lupus. Tutti “disturbi” davvero complessi da affrontare perché quasi mai impossibili da guarire del tutto. Spesso e volentieri combatterli significa solo evitare il progredire della malattia e fornire sostegno contro il dolore cronico che li caratterizza. Ora da una pianta cinese potrebbe arrivare un valido aiuto.
Medicina Tradizionale Cinese
Medicina: malati alla ricerca di diagnosi orientali
La medicina orientale attira sempre di più malati e pazienti di ogni genere che spesso “orfani” di una soluzione per i loro problemi nella medicina moderna, cercano negli antichi saperi tradizionali dei popoli orientali un mezzo per guarire dalla propria condizione. Una cosa è certa: la diagnosi orientale ed occidentale si basano su due approcci totalmente diversi.
Malattie cardiache: il Tai chi unisce mente e corpo per sconfiggerle
L’antica arte orientale del Tai chi, nata da pratiche di combattimento, oggi sembra poter combattere i “demoni” del nostro cuore. È attraverso la fluidità di quei movimenti, composti ed equilibrati e delle tecniche respiratorie che si armonizzano con la concentrazione mentale e spirituale che, secondo recenti studi pubblicati sull’Archives of Internal Medicine, le persone con insufficienza cardiaca cronica sarebbero in grado di migliore la propria vita.
Antichi insegnamenti che già nell’anno 1000 a.C. venivano tramandati nel Neijing, il testo della medicina tradizionale cinese, prescrivevano esercizi fisici e di respirazione (o anche massaggi), per prevenire malattie endemiche di alcune regione delle Cina. Successivamente furono i taoisti ad affinare queste “arti mediche” unendo alle pratiche fisiche e respiratorie lo spirito e la mente come tecniche efficaci per la prevenzione e cura di malattie ed il mantenimento della salute.
Ictus, proteggere il cervello con il ginseng
L’ictus, insieme alle altre malattie degenerative del cervello è tra le patologie più invalidanti che possano colpire l’essere umano. Prevenirle possibile. Anche grazie all’assunzione di ginseng.
Lo sostiene uno studio effettuato dai ricercatori della Tonji University School of Medicine, in Cina e pubblicata sulla rivista di settore “Ethnopharmacology”. La radice già conosciuta per le sue proprietà ricostituenti, sembrerebbe confermare la sua efficacia anche in campo neurologico.
Agopuntura, potenziali benefici contro l’occhio pigro
L’agopuntura come alternativa alla benda nel trattamento dell’ambliopia, meglio conosciuta come occhio pigro, nei bambini più grandi. Ad esplorarne le potenzialità un recento studio pubblicato sul numero di dicembre della rivista di divulgazione scientifica Archives of Ophthalmology.
Stando alle informazioni di base fornite nell’articolo, a soffrire di ambliopia nel mondo sarebbe tra lo 0,3 ed il 5 per cento degli individui. Tra un terzo e la metà dei casi sono causati da differenze nel grado di miopia o ipermetropia tra i due occhi, una condizione nota come anisometropia. Correggere gli errori di rifrazione con occhiali o lenti a contatto si è rivelato efficace nei bambini dai 3 ai 7 anni, ma nella fascia d’età compresa tra i 7 ed i 12 anni, solo il 30 per cento risponde al trattamento.
Medicina tradizionale: l’Oms annuncia uno studio internazionale
L’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), pone nuovamente l’accento sulla medicina tradizionale, ovvero su quelle tecniche che nascono dalla tradizione, da noi considerate e definite “alternative” e non convenzionali. Per la prima volta sarà effettuata una classificazione internazionale dei termini e delle metodologie diagnostiche e terapeutiche che sembrano avere maggiore efficacia o comunque che sono maggiormente diffuse. Lo scopo è valutarne con certezza i benefici o gli eventuali rischi.
“Siamo consapevoli di quanto la medicina tradizionale sia molto diffusa”
ha affermato Marie-Paule Kieny, Vice Direttore Generale per l’Innovazione, informazioni, prove e della Ricerca dell’OMS
Cancro e cardiopatie: il riso nero potrebbe essere la soluzione
Anticamente i cinesi quasi “idolatravano” un genere alimentare che da noi è piuttosto raro, ma nella patria del riso è all’ordine del giorno: il riso nero. Questo cibo prelibato è stato soprannominato per secoli “Forbidden Rice”, riso proibito, perché al popolo non era permesso mangiarlo, e ne poteva fare solo un uso decorativo, mentre per vederlo in un piatto bisognava essere dei nobili.
Ma perché così tanto mistero? Secondo il rapporto di Zhimin Xu, ricercatore asiatico che ha presentato il suo studio al 240° Congresso dell’American Chemical Society (Acs), a Boston (Usa), è perché sin da allora si sapeva che il riso nero era in grado di prevenire alcune delle malattie che ancora oggi sono difficilmente curabili come il cancro e le malattie cardiache. Probabilmente i nobili di allora volevano mantenere questo privilegio in quanto sapevano che, se lasciavano che tutti ne usufruissero, questo prodotto alimentare sarebbe presto diventato introvabile.
Agopuntura, ecco perché funziona
Agopuntura: perché funziona? Su questo punto la ricerca si interroga da anni e oggi sembra essere arrivata a scoprire da cosa derivino le proprietà terapeutiche degli aghi. Dietro l’efficacia dell’agopuntura ci sarebbe infatti l’adenosina, un antidolorifico naturale che si sprigiona nel corpo in seguito alla stimolazione del tessuto tramite gli aghi.
L’adenosina è un nucleoside composto da una molecola di adenina legata ad un ribosio. Ha un ruolo dimostrato nei meccanismi di regolazione del sonno, per la sua azione sul cuore e per le sue proprietà antinfiammatorie.
In Italia, stando ai dati forniti dall’Associazione Italiana Agopuntura, sarebbero in sei milioni ad affidarsi nelle mani dei medici agopuntori, circa dodici mila nel nostro Paese secondo la Società italiana di Farmacognosia (Siphar).
La pianta dell’agnello vegetale potrebbe guarire dall’osteoporosi
La pianta del cosiddetto “agnello vegetale“, un mito che un tempo si credeva potesse far nascere un frutto che assomigliasse ad un vero e proprio agnello, produce in realtà sostanze che promettono ottimi risultati negli esperimenti di laboratorio come nuovi trattamenti per l’osteoporosi, la malattia del diradamento delle ossa.
Questa è la conclusione di un nuovo studio sul mensile dell’ACS Journal of Natural Products. Ho Kim Young e colleghi sottolineano che l’osteoporosi è un problema di salute globale, che colpisce diverse milioni di persone, sia uomini che donne, in tutto il mondo. I medici sanno che il segreto per avere delle ossa forti comporta un delicato equilibrio tra due tipi di cellule ossee: osteoblasti, le quali servono a costruire le ossa, e osteoclasti, che rompono l’osso. Con l’età purtroppo le ossa si diradano sempre più, finendo col rompersi più facilmente.
Alcune erbe medicinali cinesi possono essere cancerogene
L’acido aristolochico, una sostanza riconosciuta come molto pericolosa in quanto, anche in quantità non molto elevate, può aumentare il rischio di contrarre il cancro, è stato bandito dai medicinali e dalle erbe in molti Paesi, tra cui l’Italia.
Esistono però alcuni rimedi, difficili da controllare nel mondo globalizzato, che arrivano direttamente dalla Cina o da altri Paesi Orientali. Tra le tante erbe mediche che portano dei benefici, si mescolano anche alcuni tipi di erbe che proprio bene non fanno. Possono prendere diversi nomi, il più comune è il Mu Tong, ma le sostanze che contengono spesso sono sempre le stesse, e cioè proprio l’acido aristolochico.
Questa sostanza è responsabile di alcuni tumori del tratto urinario, scrivono proprio i ricercatori taiwanesi in un articolo comparso sul Journal of the National Cencer Institute, i quali, contro la loro tradizione, hanno analizzato scientificamente l’uso di questo tipo di erbe che in Oriente vengono prescritte ormai da secoli.
Il corpo nella medicina cinese
Quando parliamo della medicina cinese è bene sintetizzare la differenza sostanziale e concettuale con quella occidentale; quindi possiamo dire che mentre la medicina occidentale è caratterizzata da un’estrema specializzazione, tanto che ogni “settore” dell’ organismo è studiato in maniera autonoma (“specialistica” appunto) e spesso come elemento a sé stante, la medicina cinese considera tutti gli organi, i tessuti, le funzioni fisiologiche come legate fra loro da uno stretto rapporto di interdipendenza.
Ogni sintomo – fisico o psichico che sia – non rappresenta il segno di una patologia localizzata in un punto preciso ma è spesso la spia di uno squilibrio più ampio e complesso dell’ organismo nella sua totalità. Possiamo dire che il medico cinese non osserva con il “microscopio” ma con il “grandangolo“. Non considera gli aspetti chimico-fisici ma studia la malattia come segnale di “squilibrio” causato da un fluire eccessivo, un ingorgo o una carenza di energia (Qi) nella complessa rete di canali (meridiani) che mettono in relazione ogni parte del corpo umano (organi, viscere, tessuti…).
Detto questo, qualcuno potrebbe chiedersi perché avvicinarsi alla medicina cinese, così distante dal nostro modo di pensare e di vedere il mondo. Personalmente, questa “diversità” che sembra ad un primo momento un punto di debolezza costituisce il reale grande punto di forza. La medicina tradizionale cinese rappresenta, secondo l’ opinione personale di chi scrive, uno strumento utile ad ampliare il modo di vedere le cose, un modo per liberarsi delle rigidità anche filosofiche tipiche della nostra cultura.