Valorizzare il ruolo delle cure palliative e della terapia del dolore nella vita di tutti i giorni del paziente ed in particolare di quello oncologico: per quanto poco discussa quella della sofferenza e delle patologie terminali è una realtà esistente e diffusa tra la popolazione, la quale spesso non ha gli strumenti adatti per prendere decisioni in merito a questi temi.
Quando si parla di malattie, la prevenzione e le cure palliative rappresentano gli estremi del percorso del malato: entrambe hanno bisogno di essere promosse e conosciute, mettendo al centro di tutto la persona e la sua salute e ove necessario, se non esiste una cura, soprattutto la sua dignità. Molto spesso ciò non accade, sia per ciò che concerne la fase terminale dei tumori sia nel caso delle malattie croniche, il cui dolore derivante dalla loro presenza difficilmente viene approcciato nel modo corretto. Come spiega il dott. Augusto Caraceni, medico responsabile della Struttura Complessa di Cure palliative, terapia del dolore e riabilitazione della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano:
Terapia del dolore significa sapere che non siamo tenuti a sopportare il dolore, che può essere curato, alleviato e che è un diritto di ogni cittadino senza alcuna distinzione. L’attenzione e il controllo del dolore sono elementi costitutivi della qualità dell’assistenza.
E su questa stessa linea abbiamo le cure palliative: per ciò che le riguarda ovviamente non vi è solo il fattore “terapia” ad entrare in gioco. In questo caso l’approccio al malato deve avvenire a 360 gradi in modo tale da poterlo accudire anche dal punto di vista psicologico, lasciando che possa esprimere nel migliore dei modi anche la paura legata alla certezza di una guarigione che non verrà mai.
Secondo gli esperti che si sono riuniti recentemente a Lainate per discutere del tema è necessario valorizzare, insieme agli hospice, anche la possibilità di fornire le cure palliative in forma domiciliare, dando modo al malato di poter contare continuamente anche sull’affetto dei propri cari.
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