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Nintedanib per Fibrosi Polmonare Idiopatica, ok in UE

Il farmaco Nintedanib ha ottenuto l’ok dalla UE per il trattamento della Fibrosi Polmonare Idiopatica, una malattia che colpisce nel mondo 14-43 persone ogni 100mila e per la quale, purtroppo, ad oggi non esistono cure capaci di sconfiggerla in modo efficace.

Il gruppo Boehringer Ingelheim, una delle aziende farmaceutiche più importanti nel mondo, ha annunciato che il CHMP, il Comitato che valuta i Farmaci per l’Uso Umano dell’Agenzia Europea per i Farmaci (EMA), ha dato il via libera per l’uso del Nintedanib che, stando ai primi dati, sarebbe capace di rallentare in modo importante la progressione della malattia in una vasta tipologia di pazienti affetti da Fibrosi Polmonare Idiopatica (FPI). Il Professor Klaus Dugi, Chief Medical Officer di Boehringer Ingelheim, ha fatto luce su di una situazione che, comunque, rimane particolarmente critica per i pazienti affetti da questa malattia.

Boehringer Ingelheim accoglie con favore la decisione del CHMP. C’è una forte necessità ancora insoddisfatta di terapie efficaci, capaci di rallentare la progressione della FPI. Confidiamo di rendere al più presto disponibile nintedanib per i pazienti con FPI nella UE

La Fibrosi Polmonare Idiopatica (FPI) è una malattia invalidante che non lascia molte speranze a tutti coloro che ne vengono colpiti; generalmente l’aspettativa di vita è di due-tre anni al massimo dal momento in cui questa malattia viene diagnostica. La Fibrosi Polmonare Idiopatica (FPI) condiziona severamente la corretta funzione polmonare perché causa la formazione di tessuto cicatriziale con conseguente deterioramento continuo e irreversibile della funzione polmonare e della attività respiratoria. Chi viene colpito da questa malattia accusa dispnea e quindi affanno, tosse secca e, nel giro di poco tempo, incontra difficoltà a svolgere le normali azioni quotidiane.

L’uso del farmaco Nintedanib potrebbe invece rallentare la progressione della malattia, riducendo il deterioramento annuo della funzionalità polmonare del 50%. E’ questo il risultato degli studi clinici di Fase III INPULSIS, pubblicati sul New England Journal of Medicine a maggio. Nel mirino di questo farmaco ci sono alcuni recettori dei fattori di crescita che sono causa di della fibrosi polmonare: il recettore del fattore di crescita derivato dalle piastrine (PDGFR), il recettore del fattore di crescita fibroblastico (FGFR) e il recettore del fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGFR). Bloccando queste vie di passaggio, Nintedanib sarebbe in grado di rallentare di un bel po’ lo sviluppo di questa terribile malattia.

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