Salute: gli italiani si affidano alla rete, ma alla fine danno retta al medico. E’ questa la fotografia scattata dal Censis per ciò che riguarda il rapporto degli italiani con la salute. Un terzo di loro infatti usa strenuamente internet per scoprire qualcosa di più sui disturbi che prova o sulle patologie che pensa di avere. L’esposizione mediatica della salute è ancora una volta realtà.
Sono diversi anni che assistiamo, grazie a valutazioni precedenti, a questo fenomeno. La maggior parte delle ricerche riguardano malattie specifiche, ma anche consigli su bellezza e benessere. Nonostante la rete sia divenuta uno dei principali mezzi di informazione medica utilizzati dalle persone, il 70% del campione intervistato ha sottolineato di non aver mai messo però in pratica le indicazioni tratte dai media.
E per media s’intendono indistintamente sia la rete che la televisione. Basti pensare che i diversi programmi televisivi di medicina, solo sulle reti nazionali, sono seguiti (anche saltuariamente, N.d.R.) da almeno il 77,3% degli italiani. Risultati ancor più alti sono riscontrabili con la rete: la ricerca di specifiche sanitarie, sia che si tratti di cura di una determinata patologia, sia che si tratti di trovare a quale malattia possa corrispondere un sintomo specifico, è condotta dal 90,4% degli intervistati. I medici on line e le strutture dedicate a specifici problemi sono richiesti in rete dal 58,6% delle persone, mentre il 15,4% utilizza il computer per prenotare delle visite specialistiche. Ben il 73,2% degli italiani consulta siti specializzati o scientifici o si affida ai social network dove l’informazione sul cancro, ad esempio, trova metodi alternativi di diffusione.
La bellezza ed il benessere occupano molto questo spazio, ritenuto spesso eccessivo dai naviganti, che preferirebbero avere maggiori informazioni sulle malattie rare e sulla ricerca. Allo stesso tempo gli italiani richiedono meno complessità tecniche nelle notizie per comprenderle meglio, meno enfatizzazione negli allarmi, spesso infondati e soprattutto vorrebbero maggiori particolari per ciò che riguarda le sperimentazioni, le quali vorrebbero venissero trattate come e tali e non date per scontate come se già disponibili all’uso.
Finita la fase “informativa”, il paziente preferisce comunque parlare con il medico e soprattutto “fare” ciò che il medico indica. La responsabilizzazione nata dai media, spinge così gli italiani a correggere il proprio stile di vita ed a sottoporsi a controlli specifici in merito a disturbi fino a quel momento non considerati.
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