Uno dei maggiori problemi legati alla lotta contro alcuni virus, come quello dell’HIV è la capacità che ha di entrare nelle cellule e nascondersi nel DNA. In quel momento le cellule si “disattivano” ma mantengono dentro la malattia. I ricercatori dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano sono riusciti a trovare un enzima in grado di riaccendere le cellule ed aiutare in questo modo i medicinali ad agire contro l’Aids.
La scoperta di questo meccanismo potrebbe, inoltre, rivelarsi basilare per combattere ogni tipo d’infezione virale. Il virus dell’HIV funziona come un parassita genetico: riesce a riprodursi inserendo il proprio DNA all’interno delle cellule che infetta. Quando queste si “spengono” per difendersi, non spengono però la malattia, proteggendola in un certo qual modo dai farmaci. Riportarle ad uno stato di “visibilità” aiuterebbe i principi attivi dei medicinali ad agire con maggiore efficacia contro l’Aids. Lo studio, coordinato da Guido Poli, responsabile dell’Unità di Immunopatogenesi dell’Aids del polo milanese, è stato pubblicato sulla rivista di settore Pnas.
Commenta il ricercatore:
L’attuale terapia contro l’HIV è assai efficace nel controllare e bloccare la diffusione del virus attivato, ma non riesce a riconoscere ed eliminare le cellule infettate in cui il virus è temporaneamente spento. Quindi non è possibile arrivare a una vera guarigione, perché il virus latente può sempre riattivarsi a seguito della sospensione della terapia, come, in effetti, avviene nella maggioranza dei pazienti.
E’ in questo quadro che la terapia si inserisce permettendo di mettere a punto una “possibile strategia” per affrontare il problema . Disattivando l’enzima Hdac4 i virus “spenti” dalla cellula si riaccendono. Partendo da ciò può essere possibile stabilire dei protocolli sperimentali di “eradicazione” dell’HIV insieme alle terapie antivirali attualmente in uso.
Servirà ancora del tempo prima che un approccio efficace basato su questa scoperta possa essere messo in atto: le basi ad ogni modo sono state gettate.
Fonte| Pnas
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