Hannah Clark ora ha 16 anni. Gode di buona salute e la sua storia a lieto fine permette ai medici di prendere in considerazione nuove tecnologie per il trapianto di cuore temporaneo.
La rimozione del cuore trapiantato di Hannah, espiantato dopo dieci anni a causa di gravi complicazioni, ha messo in evidenza l’incredibile guarigione del suo cuore naturale, malato fin dalla nascita.
Hannah è un vero e proprio miracolo della moderna scienza medica, guarita da una cardiomiopatia che avrebbe dovuto ucciderla.
Nata nel maggio 1993 a Mountain Ash, nei pressi di Cardiff in Galles, si presenta già nel gennaio del 1994 presso l’Ospedale Harefield (Middlesex) con tutti i sintomi di una grave insufficienza cardiaca. Hannah soffre di malattie cardiache, cardiomiopatia (frequente nei primi 12 mesi di vita) e la sua prognosi è molto preoccupante.
Immediatamente inserita nella lista d’attesa per un trapianto di cuore, viene operata nel luglio del 1995. Il professor Magdi Yacoub, vero e proprio pioniere britannico dei trapianti di cuore e polmone, ha installato nel suo petto un cuore proveniente da un bambino di 5 mesi, ma invece di eliminare il cuore malato lo ha lasciato vivere. Il piccolo cuore nuovo è stato installato in parallelo e in un certo senso, ha svolto il ruolo di assistenza ventricolare per aiutare il cuore malato a pompare il sangue attraverso il corpo.
Nei successivi quattro anni tutto prosegue per il meglio. Naturalmente, Hannah, come ogni persona che ha ricevuto un trapianto, deve assumere farmaci antirigetto che permettano al suo corpo di non rifiutare il nuovo organo.
Ma nel mese di agosto del 2001, un nuovo colpo: Hannah è vittima di una classica complicazione di questi farmaci. Le viene infatti diagnosticata una forma di cancro chiamata sindrome linfoproliferativa, un tumore maligno, attivato dal virus Ebstein-Barr, presente negli immunosoppressori. A 8 anni, con due cuori, Hannah, affronta la lotta contro il cancro.
Come se ciò non bastasse, nel 2005, una ecografia cardiaca di controllo è di grande preoccupazione per i medici: il cuore originario della ragazza continua a funzionare bene, ma il cuore trapiantato dà segni di affaticamento. In realtà, per fermare la progressione del cancro, i medici hanno ridotto le dosi di farmaci immunosoppressori e l’organo trapiantato non è più protetto contro il fenomeno del rigetto. L’unica soluzione possibile per rompere questo circolo vizioso è quella di rimuovere il cuore trapiantato.
Al padre di Hannah viene detto che a sua figlia restano solo 12 ore per vivere. Tre anni e mezzo dopo la rimozione del cuore trapiantato, senza il quale si credeva non potesse vivere, Hannah è in buona salute. Questo miracolo medico, secondo il professor Yacoub, fa intravedere per la prima volta la concreta possibilità di un trapianto cardiaco temporaneo in attesa della ripresa spontanea del cuore dei pazienti.