Un cuore artificiale. Una realtà che si sta facendo spazio da tempo anche nella sanità italiana e che ora è approdata anche al Policlinico “A. Gemelli” di Roma, dove ne è già stato impiantato uno nel mese di Ottobre, anche se la notizia è stata diffusa solo oggi, a prognosi ampliamente sciolta. La delicata operazione chirurgica è stata eseguita grazie alla collaborazione tra l’équipe medica del professor Filippo Crea e del professor Massimo Massetti, della Cardiologia e della Cardiochirurgia del nosocomio romano. Il tutto su un paziente di 64 anni, ormai in condizioni critiche, in rianimazione e senza altra possibilità di cura a causa di una cardiomiopatia dilatativa idiopatica.
Ora l’uomo è stato trasferito in un centro di riabilitazione cardiologica specializzato in pazienti portatori di cuore artificiale. Le sue condizioni di salute migliorano giorno dopo giorno ed è prossimo alle dimissioni e al rientro in casa.
Un rientro che ha coinciso anche con quello dello stesso professor Massetti in Italia, dopo 20 anni di permanenza e successi professionali in Francia. Da qui anche l’idea di avviare un nuovo progetto all’interno del policlinico Gemelli: quello di istituire un nuovo percorso di impianti di cuore artificiale in altri pazienti affetti da gravi insufficienze d’organo che non rispondono alle terapie convenzionali. Quello del sessantaquattrenne è stato il primo.
Scompenso cardiaco e trapianto di cuore
Ogni anno in Italia si assiste a 170.000 casi di scompenso cardiaco grave, con un tasso di mortalità che raggiunge il 60% entro i 12 mesi. Cifre destinate a raddoppiare in breve tempo a causa dell’età che avanza, ma soprattutto dei preziosi farmaci per il trattamento dell’infarto che danno origine ad una popolazione di persone maggiormente soggetta a scompenso cardiaco cronico. Il trapianto di cuore non riesce da solo a coprire tutte le esigenze di sopravvivenza, per la mancanza di donazioni e perché i pazienti nella maggior parte dei casi per età e condizioni di salute non sono idonei al trapianto.
Il cuore artificiale
Il cuore artificiale impiantato al Gemelli si chiama Jarvik 2000, ed è una vera e propria pompa in titanio della grandezza di una torcia elettrica, del peso di circa 90 grammi: l’energia è fornita da una batteria esterna ricaricabile, attraverso un cavo ed uno spinotto posizionato dietro l’orecchio. Tale strumento è di facile gestione e permette di tornare a una vita autonoma, di qualità equivalente a coetanei sani.
Fonte: Policlinico Gemelli
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