Al Misericordia di Grosseto è stata inaugurata una nuova terapia in grado di ridurre i rischi di complicanze dell’infarto del miocardio trattato con angioplastica coronarica. Lo studio, infatti, è partito diversi anni fa (nel 2007) coinvolgendo 600 pazienti. I risultati, sono stati presentati in occasione del Congresso nazionale dell’Associazione Medici Cardiologi Ospedalieri (ANCO), che si è tenuto proprio nei giorni scorsi a Firenze.
L’infarto del miocardio, anche detto attacco di cuore, si verifica quando il flusso di sangue ricco di ossigeno diretto al muscolo cardiaco, si blocca improvvisamente. Per questo motivo, viene spesso definito un killer silenzioso, che attacca, per così dire, alle spalle, senza dare avvisaglie di alcun tipo. In Italia, l’infarto colpisce circa 160 mila persone, con un’incidenza della mortalità molto alta.
I risultati della ricerca, condotta da un pool di medici della Cardiologia dell’ospedale Misericordia di Grosseto in collaborazione con l’Emodinamica, sono davvero promettenti. Nei pazienti colpiti da infarto acuto del miocardio, infatti, si è riscontrata una riduzione del 50 % del rischio di trombosi del ventricolo sinistro (che a sua volta può causare l’ictus), grazie all’angioplastica primaria associata ad una doppia terapia antiaggregante.
Come ha spiegato il dottor Alberto Cresti, cardiologo e coordinatore del gruppo di ricerca:
In letteratura questa temibile complicanza raggiunge una percentuale che oscilla tra il 5 e l’8 %. Nei 600 pazienti che abbiamo arruolato per lo studio, cui è stata somministrata una doppia terapia con antiaggregante, dopo essere stati trattati con angioplastica coronarica, la percentuale scende al 2 %. Riducendo questa complicanza, si riducono di conseguenza anche altri rischi ad essa legati, come l’ictus.
Per i pazienti colpiti da infarto del miocardio, perciò si profila una maggiore percentuale di sopravvivenza e una riduzione significativa del rischio di patologie gravi, come l’ictus, appunto, che possono deteriorare la qualità della vita ed essere fortemente invalidanti.
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