Un uomo di 100 anni è stato recentemente operato alla prostata grazie all’ausilio di un laser al litio. Si tratta di una tecnica sicura e in grado di essere utilizzata anche su pazienti in avanti con l’età o portatori di patologie croniche pregresse.
Il caso e questo speciale laser battezzato “Greenlight” sono stati ufficialmente presentati durante il secondo meeting nazionale di chirurgia laser in corso a Torino. Esso è stato messo a punto per consentire una dimissione in 24 ore del paziente operato di ipertrofia prostatica benigna in anestesia spinale. Il laser al litio riesce infatti nell’intento, spiega il prof. Bruno Fea della Città della Salute di Torino, di proteggere sia il cuore sia l’apparato urogenitale del paziente durante l’intervento dando modo, rispetto alle altre procedure in uso, di operare anche persone affette da malattie cardiache ed in cura con antiaggreganti e anticoagulanti. O quando necessario uomini di età molto avanzata di solito condannati all’inoperabilità e quindi all’uso del catetere.
E’ importante tenere conto di una cosa quando si parla di operazioni alla prostata. Sebbene la maggior parte vengano condotte per via endoscopica, esse presuppongono comunque l’utilizzo di una anestesia totale che per molti malati non è contemplabile. Sottoporsi a questo tipo di procedure potrebbe infatti influire sulla salute cardiaca arrivando a compromettere la sopravvivenza degli stessi. Il laser al litio consente invece di operare chiunque in modo mininvasivo, abbattendo al massimo gli effetti collaterali tipici di qualsiasi convalescenza.
E non solo: “Greenlight” è stato pensato per non danneggiare, neppure involontariamente, le potenzialità sessuali della persona. Commenta il professore:
Nessun paziente sessualmente attivo ha sviluppato impotenza dopo l’intervento con Greenlight. Il laser non causa danni ai nervi dell’erezione e della continenza urinaria, in quanto agisce all’interno della ghiandola prostatica, non toccando la superficie. È come svuotare internamente un’arancia lasciando inalterata la buccia.
Un passo in avanti davvero importante nel trattamento dell’iperplasia prostatica benigna.
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