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Nevralgia del trigemino,un dolore da suicidio

Si stima che una persona ogni 15.000 soffra di nevralgia del trigemino e che ogni anno su 100.000 abitanti si verifichino in media 6 nuovi casi. Il nervo trigemino è il quinto nervo cranico (definito “nervo misto”) responsabile di veicolare informazioni sensoriali come il tatto (pressione), la sensibilità termica (temperatura), la sensibilità nocicettiva (dolore), che si origina dalla faccia, sopra la linea mandibolare. È, inoltre, responsabile della funzione motoria dei muscoli masticatori (coinvolti nella masticazione, ma non nell’espressione facciale propriamente detta).

Considerata una patologia molto dolorosa, la nevralgia del trigemino nel passato era stata etichettata come la malattia del suicida, visto il numero significativo di persone che mettevano fine alle loro vite perché era impossibile riuscire a controllare il livello di dolore con farmaci o procedure chirurgiche.


La nevralgia del trigemino si manifesta, tendenzialmente dopo i 40 anni, con scosse elettriche che causano episodi di intenso dolore a occhi, labbra, naso, cuoio capelluto, fronte, aree cutanee esterne e mucose interne della mascella e della mandibola. Una fitta che arriva del tutto inaspettata e dura pochi attimi che sembrano però interminabili, scoprendo particolari zone ‘intoccabili‘ sul volto, a livello della parete laterale del naso, della gengiva, del labbro, della guancia e della mucosa della narice.

I malati descrivono delle aree che, sulla faccia, fanno scattare il dolore (i cosiddetti trigger points), tanto che anche un colpo d’aria al volto, un soffio di vento sull’occhio, il radersi la barba, lavarsi il viso, persino una leggera carezza sono stimoli che possono innescare un episodio doloroso. Tra le cause strutturali della nevralgia del trigemino sono stati individuati l’aneurisma (dilatazione di uno vaso sanguigno), il tumore, un evento traumatico come un incidente stradale e, recentemente, anche il piercing della lingua. Per risolvere spontaneamente quest’ultimo caso è però sufficiente la rimozione del piercing.

Inoltre, nel 2/4% dei malati di nevralgia del trigemino, specialmente i più giovani, sono stati evidenziati sintomi di malattie infiammatorie come, per esempio, la sclerosi multipla. Non esiste una “vera cura” per la nevralgia trigeminale, ma dal punto di vista farmacologico la malattia può essere trattata con antiepilettici contenenti carbamazepina o gabapentin. Il nuovo farmaco che viene ora somministrato è a base di pregabalin che, rispetto a quelli che lo hanno preceduto, è meglio tollerato dai pazienti perché si avvertono meno i sintomi di “vertigini“.

Il dolore, invece, può essere trattato a lungo termine, per alcune persone, con un oppioide come il metadone. La chirurgia consente sia di alleviare la pressione sul nervo che di danneggiarlo completamente, in modo da evitare, in questo modo la trasmissione del dolore. L’intervento di microchirurgia rappresenta l’approccio più moderno e risolutivo per risolvere la sindrome dolorosa del volto, considerata tra le più intense mai conosciute.

L’intervento chirurgico ha dato esiti positivi nel 100% dei casi con scomparsa del dolore e, a distanza di tempo (anche ben oltre i 6 anni), nel 90/95 per cento dei pazienti trattati.
Il nervo può anche essere danneggiato con metodi di radioterapia per impedire la trasmissione del segnale dolorifico, utilizzando un raggio sottilissimo di radiazione gamma, noto anche come “gamma knife“. Questa procedura viene usata specialmente per quelle persone che non possono subire lunghe anestesie generali, affette magari da allergie o perché assumono farmaci anticoagulanti del sangue.