Buone notizie per i pazienti affetti da diabete di tipo 2. La commissione Europea ha infatti approvato l’utilizzo di vildagliptin anche per questa tipologia di malattia diabetica, dopo averlo fatto per quella relativa ai malati non colpiti da insufficienza renale o affetti dalla sua forma lieve. Potrà sembrare una notizia relativamente importante, ma non è così per chi è diabetico e soffre di questa particolare patologia.
Il via libera arriva dopo i risultati relativi ad uno studio più ampio condotto su “un inibitore della DPP-4 nei pazienti con insufficienza renale” grave. Lo studio, di tipo multicentrico e randomizzato, in doppio cieco ed a gruppi paralleli con confronto placebo, è stato condotto su 515 pazienti ed è durato circa 24 settimane, al fine di valutare la tollerabilità del principio attivo in quei pazienti affetti da diabete di tipo due e insufficienza renale.
Il profilo di sicurezza riscontrato è stato molto simile a quello ottenuto con il placebo ed ha fatto registrare dei risultati significativi nel controllo del livello di glicemia nel sangue quando aggiunto alla normale terapia antidiabetica esistente. Come spiega il dott. Roberto Trevisan, direttore dell’ USC Diabetologia degli Ospedali Riuniti di Bergamo:
I risultati di questo studio sono di particolare rilievo in quanto fanno di vildagliptin il primo farmaco orale di ultima generazione utilizzabile nei pazienti con diabete di tipo 2 con qualsiasi grado di insufficienza renale, coniugando un’adeguata efficacia nel migliorare il controllo glicemico, con una buona tollerabilità perfino nei soggetti diabetici in dialisi per i quali fino ad oggi l’unica opzione terapeutica era rappresentata dall’insulina.
Circa il 25% delle persone affette da questo tipo di diabete presenta problemi di insufficienza renale. Un numero destinato ad aumentare a casa della sempre più alta diffusione di quella che viene ormai definita la “malattia del benessere”. In tutto il mondo la percentuale di pazienti che presenta in accompagnamento problemi ai reni è pari a 90 milioni di persone, con una maggiore incidenza negli anziani.
Il Vildagliptin, lo ricordiamo, a livello tecnico è un inibitore della DPP-4 che agisce “bloccando la degradazione degli ormoni che stimolano la produzione di insulina da parte del pancreas. Il suo meccanismo d’azione agisce nella disfunzione delle cellule alfa e beta delle isole pancreatiche, che causa elevati livelli di zuccheri nel sangue nei pazienti con diabete di tipo 2”.
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