Diabete: l’epidemia del nuovo millennio, 3 milioni e mezzo le persone colpite solo in Italia, pari al 6% della popolazione totale, con un nuovo caso fatto registrare ogni dieci secondi, l’80% dei quali evitabili. Sono i dati diffusi al Festival della Salute, in corso in questi giorni a Viareggio.
Ad esporli Federico Serra, vicepresidente della Public Affairs Association e anima del Manifesto dei diritti della persona con diabete. Serra ha ricordato come queste cifre si riferiscano ai casi accertati, e siano quindi approssimate per difetto:
Per ogni due persone che sanno di soffrirne, una terza ne è affetta e non lo sa.
Poi ha proseguito ricordando come il diabete stia assumendo sempre più le caratteristiche di una pandemia, con il numero di persone affette dalla patologia in costante aumento. Pensate che dieci anni fa i malati erano 120 milioni, oggi toccano cifra 270 e di questo passo nel 2020 sfioreranno i 400 milioni.
Il nostro Paese risulta più a rischio di altri per via dell’aumento esponenziale dei casi di obesità, legata al diabete di tipo 2, tanto che gli esperti la definiscono un precursore della malattia. Allarmante la dichiarazione dell’esperto sull’obesità infantile relativamente al rischio di insorgenza di diabete e morte precoce:
La situazione è ancora più drammatica se si osservano i dati dell’obesità infantile: nel nostro Paese un bambino su tre è obeso. Parliamo di soggetti che rischiano di sviluppare il diabete in età adolescenziale e di essere colpiti da infarto già a 20 anni.
Come anticipavamo, l’80% dei casi di tipo 2 può essere prevenuto. Sì, ma in che modo? Ce lo spiega lo stesso Serra:
Grazie alle conoscenze che possediamo oggi. Basterebbe fare più informazione e mettere in pratica alcune semplici dritte, come fare 10mila passi al giorno, seguire un’alimentazione corretta, evitare snack e merendine. L’arma più potente rimane quella della prevenzione.
E sull’argomento è intervenuta anche l’Onorevole Emanuela Baio dell’Associazione parlamentare per la tutela e promozione diritto alla prevenzione che ha spiegato come si tratti di un investimento poco redditizio per la politica perché a lungo termine, 6-7 anni, ma estremamente proficuo per ridurre i costi della spesa sanitaria. A tal proposito occorre lungimiranza, visto che uno studio realizzato nel 2007 dal World Economic Forum ha previsto che in futuro la più grave minaccia alla stabilità economica dei Paesi sarà costituita proprio dalla gestione delle malattie croniche.
[Fonte: Agi Salute]