L’ebola mette in allerta la popolazione anche in Italia. Un medico di Emergency, originario della Val d’Aosta, di ritorno dalla Sierra Leone verrà posto in quarantena preventiva al fine di eliminare ogni possibile probabilità di contagio.
La decisione, che ha portato ovviamente a prendere le dovute precauzioni anche all’aeroporto di Malpensa dove l’uomo atterrerà, rientra pienamente nei protocolli vigenti per il rischio medio di contagio da ebola studiato dall’Ausl di pertinenza del medico residente a Quart, un comune vicino ad Aosta. Sebbene l’uomo al momento non presenti nessun sintomo del virus le autorità non se la sentono di ignorare il fatto che l’uomo abbia prestato assistenza in Sierra Leone. Commenta l’assessore alla Sanità della Valle D’Aosta Antonio Fosson:
Il medico è sano ed Emergency ha assicurato che non ha avuto alcun contatto a rischio, tanto è vero che torna su un aereo di linea. Non c’è alcun rischio per la popolazione. Potrebbe anche decidere di non venire in Valle d’Aosta ma se rientra a casa la procedura del Ministero che noi abbiamo messo in atto già da 15 giorni prevede una quarantena preventiva per cui se ne dovrà stare a casa e non dovrà uscire.
Diverso invece il caso dei militari americani in quarantena da qualche giorno a Vicenza. Il Pentagono ha infatti richiesto di far trascorrere ai soldati provenienti dalla Liberia il periodo di quarantena all’interno della base americana della cittadina. Lo stesso avverrà per i gruppo di militari che è attualmente in viaggio dopo aver eseguito una sosta alla base di Aviano.
Anche nel loro caso, come quello del medico aostano, la probabilità che abbiano contratto il virus dell’ebola è molto basso. Il periodo di quarantena serve per evitare, nel caso di un contagio, che l’agente patogeno si espanda indisturbato. Non dobbiamo dimenticare che l’ebola rimane, nonostante la messa a punto di terapie sperimentali, una patologia senza cura e priva di vaccino.
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