Non è affetta da ebola ma da malaria la donna che rischiava di essere il primo caso di questa epidemia di febbre emorragica registrato in Italia. E’ infatti negativo per il virus africano il test condotto allo Spallanzani di Roma sul sangue della donna nigeriana di 40 anni ricoverata ad Ancona.
Attualmente ancora in isolamento, rimarrà ricoverata per essere sottoposta alla terapia necessaria per combattere la malaria invece che l’ebola. La paziente è residente da tempo nel nostro paese ma si era recata in vacanza in Nigeria nonostante il pericolo di contagio che attualmente coinvolge lo stato africano. Nonostante fosse tornata in patria anche per sottoporsi ad un intervento chirurgico non è entrata fortunatamente in contatto con persone malate. Anche al momento del ricovero le sue condizioni non erano critiche sebbene vi fossero sintomi simil-influenzali come la febbre ed il mal di testa.
Il suo quadro ad ogni modo rientrava nel “criterio epidemiologico” messo in atto nel nostro paese per il quale la provenienza da uno stadio a rischio ed almeno due sintomi comuni con l’ebola porta automaticamente la persona ad essere sottoposta a tutti gli accertamenti del caso per dare assistenza di rilievo alla paziente e contemporaneamente preservare l’utenza generale in modo completo ed efficace. Intanto in Africa il bilancio delle vittime continua a salire: i morti sono arrivati a 2296 su un totale di 4293 casi in Guinea, Liberia, Sierra Leone, Nigeria e Senegal. I contagi segnalati dall’Organizzazione mondiale della Sanità continuano a crescere nei paesi più colpiti. Nello stato di origine della donna marchigiana essi sono fermi a 4 dall’inizio dell’epidemia.
Tornando alla situazione italiana non bisogna temere al momento un passaggio del virus nel nostro paese: secondo gli esperti, le condizioni climatiche ed il sistema di protezione messo in atto dalle autorità sanitarie dovrebbero essere più che sufficienti a scongiurare ogni rischio di epidemia in Italia.
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