Non c’è modo di sapere come il nuovo ceppo del virus H1N1 si comporterà in futuro. Ma gli scienziati, in particolare coloro che si occupano di epidemiologia, matematica, modellazione e statistiche, stanno strettamente monitorando la situazione per identificare le anomalie nel suo modello di diffusione, al fine di valutare i modi per mitigarne l’impatto. Spiega Gerardo Chowell-Puente, epidemiologo matematico, assistente professore presso l’Arizona State University’s School of Human Evolution:
La sanità pubblica ha la possibilità di monitorare i casi confermati e i ricoveri in tempo reale con i moderni metodi di raccolta dei dati e l’aiuto della modellazione, nonché la capacità di individuare rapidamente nuovi ceppi e tenere la traccia della loro evoluzione.
Chowell-Puente è co-autore di un nuovo studio sull’A H1N1, ed i risultati ottenuti finora rivelano uno spostamento del contagio in proporzione all’età piuttosto insolito: i casi tendono ad apparire in una popolazione più giovane rispetto ai modelli storici di influenza stagionale. Infatti pare che la stragrande maggioranza dei casi di polmonite grave e dei decessi si sia verificata tra persone di età compresa tra 5 e 59 anni, il che è atipico rispetto alla normale influenza stagionale. Secondo Chowell-Puente dovrebbe essere presa in considerazione una vaccinazione limitata a questa fascia d’età.
In particolare, l’87% dei decessi ed il 71% dei casi di polmonite grave si è verificato in persone di età compresa tra 5 e 59 anni, rispetto ad una media del 17-32% per l’influenza stagionale a partire dal 2006 fino al 2008. Spiega il ricercatore che:
Questi risultati suggeriscono una relativa protezione per le persone esposte al virus H1N1 durante l’infanzia. Dato che l’ottenimento di alti tassi di vaccinazione prima dell’interruzione del contagio non è fattibile con le attuali tecnologie, l’effettiva distribuzione di un numero limitato di vaccini e antivirali sarà cruciale per attenuare un rischio potenziale di una seconda ondata pandemica. La strategia di vaccinazione dell’influenza stagionale si concentra molto sui giovani e le persone molto anziane, le persone più vulnerabili. Questo non è necessariamente il caso delle pandemie come abbiamo mostrato nel nostro studio.
I ricercatori hanno scoperto che in Giappone oltre il 90% dei casi si sono verificati a scuola, tra bambini e ragazzi. Subito le scuole sono state chiuse, la gente è stata invitata a non prendere i mezzi pubblici, tutti utilizzavano le mascherine ed il servizio di sorveglianza degli aeroporti utilizzava dei sensori per rilevare i passeggeri con la febbre per sottoporli ad ulteriori screening. La malattia è stata contenuta entro due-tre settimane, con solo circa 500 casi non mortali. Dimostrazione che prendere precauzioni mirate porta buoni risultati.
Lo studio è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine.
[Fonte: Sciencedaily]