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Sindrome post-pasquale: 200 mila italiani con l’influenza dopo le feste

Se a pochi giorni dalla fine delle vacanze pasquali vi ritrovate a letto con l’influenza, o andate a lavorare ugualmente con i sintomi influenzali (mal di testa, problemi respiratori e intestinali), non vi preoccupate, non siete soli. Anzi, siete in buona compagnia di almeno altri duecentomila italiani. Sono così tanti quelli che, secondo gli esperti, si ritrovano con il solito problema che segue le feste in cui ci si riunisce con la famiglia: l’influenza.

Una volta il problema riguardava soltanto il Natale. Il tour de force a dicembre e gennaio ci metteva a diretto contatto con i microbi ed il brutto tempo. La stessa cosa si ripete quest’anno dopo la Pasqua, tanto che la “patologia”, se così si può chiamare, è stata soprannominata sindrome post-pasquale.

A favorire l’innesco dei vari problemi c’è anche il brutto tempo, dato che si è passati dalle temperature quasi estive di qualche settimana fa, al freddo e alla pioggia di tutta la settimana precedente e successiva le feste pasquali. Ma più che i problemi respiratori, già acuiti dalle allergie stagionali, la forma influenzale di quest’anno sembra aver riguardato in maniera maggiore i problemi intestinali, con una stima di almeno 50 mila persone (un malato su quattro) costrette a casa specialmente dal vomito, ma anche da una serie di altri problemi debilitanti che le hanno messe k.o. per alcuni giorni.

Come spiega Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano intervistato dal Corriere della Sera, i fattori che hanno portato a questi problemi sono i viaggi (che comportano sempre uno stress, specialmente con il brutto tempo), gli scambi di auguri e la più intensa vita sociale che favoriscono il passaggio uomo-uomo dei virus (specialmente enterovirus e adenovirus). A tutto questo si è aggiunto, come dicevamo, il clima incerto, che secondo il virologo

sta prolungando notevolmente la coda delle infezioni stagionali.

Una coda di cui speravamo ci fossimo liberati già tempo fa, ma che sembra ci porteremo dietro ancora per qualche settimana.

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[Fonte: Corriere della Sera]