Sclerosi multipla: l’assistenza presenta differenze nei vari paesi dell’Unione Europea. E non sempre in maniera positiva.
Il divario che esiste in Europa per ciò che riguarda il supporto e le cure elargite dagli stati membri evidenzia una inconcepibile lacuna da parte di alcuni sistemi sanitari nazionali, specialmente per ciò che riguarda l’accesso alle terapie, la riabilitazione e la disponibilità di cure sperimentali ed innovative.
A sottolinearlo ci ha pensato l’ultima indagine dell’European Muliple Sclerosis Platform (EMSP). La sclerosi multipla, lo ricordiamo, è una patologia di tipo cronico che colpisce il sistema nervoso centrale. Si tratta di una malattia per la quale ancora non esiste una cura, ma soltanto delle terapie in grado di rallentarne o cambiarne il decorso.
Tra gli stati più preparati in merito agli accessi ai trattamenti abbiamo Austria, Germania ed Islanda a pari merito con Finlandia ed il Belgio. Il nostro paese si staglia tra i primi a fornire una assistenza il più possibile adeguata al tipo di patologia. Infatti per ciò che riguarda la terapia relativa al contrasto dei sintomi della sclerosi, in Italia può contare su una adeguata assistenza circa l’80% dei malati. Percentuale che purtroppo scende al 60% quando si parla di accesso alla riabilitazione. Un dato deludente se si pensa al 100% di Austria, Danimarca, Germania, Islanda, Norvegia e Svizzera: pecora nera europea l’Irlanda, dove la percentuale di malati che accedono alla riabilitazione è uguale a 0.
Tasto dolente evidenziato dalla ricerca è quello riguardante le cure palliative: solo il 31% dei 29 paesi è dotato di programmi di assistenza di questo tipo. Analoga situazione si sviluppa per ciò che riguarda i farmaci: meno del 45% dei malati europeo assume sostanze in grado di modificare il decorso della malattia e renderla maggiormente gestibile. Percentuali che variano dal4 % della Polonia al 12% della Gran Bretagna.
In Italia queste cure sono disponibili per il 60% dei pazienti, completamente rimborsate dal Servizio Sanitario Nazionale. La percentuale, in questo caso, deriva dalla gestione che i medici fanno dei propri malati: questo tipo di sostanze, nel nostro paese, sono accessibili a tutti, senza limitazioni di diritto. Differente il discorso dei farmaci relativi alla sintomatologia: vengono rimborsati in percentuali comprese tra il 75% ed il 99%.
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Fonte: Asca