Il Progetto Memo-film nasce dalla collaborazione fra la Cineteca Comunale e l’Istituto Giovanni XXIII di Bologna con il contributo di Unipol. Il progetto ha come scopo la realizzazione di dieci film che hanno come tema la vita di altrettanti pazienti affetti da morbo di Alzheimer seguiti all’Istituto Giovanni XXIII. Si tratta di una sorta di film-terapia nella quale protagonista e, allo stesso tempo, fruitore del film è proprio la persona malata di Alzheimer. Il film ripercorre la vita del paziente attraverso le tappe principali e gli eventi salienti ormai dimenticati miscelandola a scene tratte da film celebri. Una volta terminata la pellicola, la cui realizzazione è curata dalla cineteca di Bologna, presieduta dal regista Giuseppe Bertolucci, il film viene mostrato ai pazienti ogni giorno per circa venti minuti allo scopo di riattivarne la memoria e agevolare così il recupero del senso di identità che purtroppo la malattia gradualmente sbiadisce fino a cancellarlo del tutto.
Il morbo di Alzheimer è una malattia degenerativa che investe le cellule cerebrali. Si tratta di una patologia progressivamente e fortemente invalidante che colpisce per lo più soggetti anziani, anche se esistono forme precoci che colpiscono già prima dei cinquant’anni. E’ la più diffusa tra le demenze, circa il 70% dei casi di demenza sono dovuti al morbo di Alzheimer. Più precisamente l’incidenza di questa patologia è del 5% nelle persone oltre i 65 anni per giungere al 40-45% nelle persone fra 80 e 90 anni. Ad esserne colpite nel nostro paese sono circa 800.000 persone, in prevalenza donne.
L’ esordio della malattia è insidioso. Si verificano piccoli deficit di memoria, trascuratezza, episodi confusionali passeggeri, errori di valutazione, irrequietezza o sonnolenza. Nei primi tempi ad essere colpita è la memoria recente, mentre risulta intatta quella remota. Il malato può ad esempio dimenticare la strada di casa propria, o attuare comportamenti impropri o inadeguati alle circostanze. Progressivamente i deficit di memoria diventano sempre più estesi e invalidanti e insorgono svariati altri deficit neurologici come aprassia e afasia fino a che la degenerazione neuronale progressiva porta la persona ad essere completamente dipendente da altri, diventa impossibile, infatti, anche compiere gesti semplici e quotidiani come lavarsi e vestirsi. Lo stadio finale della malattia è caratterizzato dalla perdita del controllo di tutte le funzioni organiche e dal vuoto mentale. Infine, a condurre alla morte non è mai la demenza ma le patologie che insorgono a complicarla. Il decorso in genere si aggira intorno ai dieci anni.
Attualmente non esiste una cura per il morbo di Alzheimer ,la cui causa è stata individuata nell’accumulo extra cellulare di una proteina chiamata beta-amiloide che, depositandosi sulla membrana dei neuroni, forma delle placche le quali causano un’infiammazione che li distrugge. Tuttavia sono disponibili terapie utili per contenere i sintomi e rallentare il decorso della malattia. Nei primi stadi si può ricorrere alla farmacoterapia per limitare i deficit di memoria, gli episodi depressivi e/o ansiosi, le difficoltà di addormentamento e così via. E’ possibile ricorrere a trattamenti riabilitativi per mantenere più a lungo possibile autonomo il soggetto stimolandolo in maniera continua e adeguata perchè mantenga attenzione e concentrazione, memoria, consapevolezza di se stesso e di ciò che lo circonda. Proprio in questa direzione va la realizzazione e somministrazione di film biografici sui pazienti realizzata nell’ambito del Progetto-memo. Un modo efficace, e commovente, di ricordare al paziente e ai suoi cari che prima, e aldilà, della malattia, esiste la Persona con la sua storia unica e irripetibile che nessuna patologia può spazzare via.