Un antivirus universale? Non è più solo fantascienza. Una nuova sostanza, messa a punto nei laboratori del Mit (Massachusetts Institute of Technology di Boston) potrebbe combattere tutti i virus conosciuti e quelli ancora da individuare: dal raffreddore comune all’Ebola e dall’influenza all’Hiv passando per il virus dell’epatite! Come? Il prezioso farmaco sarebbe in grado di identificare le cellule infette (cioè colpite dal virus) tra quelle sane e di indurle all’apoptosi, alla morte, legandosi esclusivamente ad una particella (Rna), quella che si moltiplica diffondendo l’infezione: automaticamente si bloccherebbe la diffusione della malattia virale.
Insomma, una vera e propria “arma da guerra”, un farmaco intelligente capace di colpire solo dove serve! Il nuovo antivirus universale si chiama DRACO (acronimo inglese che nasce dal suo funzionamento ovvero Double-stranded RNA Activated Caspase Oligomerizers) ed è opera del dott Todd Rider professore senior in chimica e nanotecnologie proprio del Lincoln Laboratory del Mit che ha affermato con convinzione:
“In teoria, dovrebbe funzionare contro tutti i virus, ne abbiamo già testati molti ed ha funzionato su tutti”.
In realtà sono infatti già testati 15 virus (i dati sono stati pubblicati sulla rivista PlosOne di fine Luglio) ed in ognuno di questi l’infezione è stata bloccata. Nella foto alcuni risultati al microscopio: a sinistra il Rinovirus (quello del raffreddore per intenderci) mentre attacca le cellule umane, ed i risultati senza e con la terapia Draco; a destra invece l’effetto del farmaco contro la febbre emorragica dengue. Dalle immagini si evince chiaramente come la terapia sembri non avere effetti collaterali sulle cellule sane.
Testati anche il virus dell’influenza H1N1, un virus allo stomaco, uno della polio ed altre forme di febbre emorragica, sia in vitro che su topi di laboratorio: tutti guariti! Le speranze ci sono tutte ed anche la tecnologia. Ma data l’innovazione, dovranno passare ancora molti anni prima di vedere il Draco nelle farmacie. Ora il mondo scientifico ed i pazienti attendono ulteriori test di tollerabilità ed efficacia.
[Fonte e foto: Mit]