Esistono alcuni malati di leucemia considerati “estremamente gravi”. Essi sono tutti coloro che non possono ricevere la chemioterapia, o sono quella minima parte, circa il 20%, che non risponde a tale cura. Per loro l’unica àncora di salvezza rimane il trapianto di midollo osseo, ma anche questo è molto complicato. A differenza di una trasfusione di sangue, non solo bisogna trovare un donatore compatibile, ma esso lo dev’essere al 100%. Per questo spesso non basta l’apporto dei fratelli, o peggio ancora dei genitori, in quanto il midollo osseo non è sempre completamente compatibile.
Oggi un nuovo studio effettuato all’ospedale Gaslini di Genova effettuato da Lorenzo Moretta, immunologo e direttore scientifico dell’ospedale, in collaborazione con Franco Locatelli del San Matteo di Pavia, apre nuove speranze per questo genere di trapianti. Infatti con il nuovo metodo, che sarà reso pubblico nel prossimo numero di Blood, la percentuale di successo di trapianto di midollo da un genitore balza al 75%, un’enormità rispetto al passato.
Fino ad ora infatti poteva capitare che, al momento di un trapianto, si tentava di ottenere il midollo da un fratello del malato. Ma questo poteva capitare solo su un caso su quattro. La speranza maggiore era di trovare un donatore estraneo, ma anche qui c’è solo una speranza su tre. Meno ancora per i genitori. Il trapianto genitoriale è stato soprannominato “il trapianto della disperazione” in quanto essendo il singolo genitore a trasmettere solo metà del proprio midollo al figlio, c’era un alto rischio che le cellule T, le cellule del nuovo sistema immunitario, attacchino i tessuti del bambino malato, creando ancora più problemi di prima.
Il nuovo metodo di oggi invece fa una selezione delle cellule da passare, eliminando le T, e rilasciando alcune cellule particolari chiamate Natural Killer, in grado di combattere e sconfiggere quelle leucemiche. In questo modo non solo il trapianto di midollo avrà successo tre volte su quattro, ma sarà molto alta anche la possibilità di guarire dalla malattia. Questo è senza dubbio uno dei passi in avanti maggiori nella lotta alla leucemia della storia.
[Fonte: Repubblica]