Si chiama Neuvax e sta aprendo grandi speranze per combattere il tumore al seno. E’ un vaccino che riesce ad aggredire le cellule cancerose facendole sentire “estranee” al sistema immunitario. Il tumore si chiama HER2-neu e prende il nome dall’HER2, cioè quella proteina-recettore prodotta in sovrabbondanza da alcune cellule del tumore. L’aspetto pericoloso di queste proteine-recettori sta nel fatto che si formano sulla superficie delle cellule tumorali e per questo risultano più aggressive ma soprattutto sono presenti in un quarto dei casi.
E il vaccino come agisce? Con un anticorpo monoclonale, il transtuzumab. Questo attacca l’HER2 ma anche le altre cellule tumorali. In questo modo ne possono usufruire le donne che sono già in cura e quelle in cui sono già presenti le metastasi. Mentre per le donne che ne vorrebbero usufruire come vero e proprio vaccino, il vantaggio sarebbe maggiore: l’obiettivo è lo stesso, colpire l’HER2, ma questo verrà aggredito sempre, senza sosta in maniera precauzionale.
Il Neuvax riesce a ridurre del 50% la mortalità data dal tumore al seno. La scoperta è stata appena presentata all’American Association for Cancer Research, il meeting annuale di San Diego. E’ il prodotto di una ricerca condotta in collaborazione con il Brooke Army Medical Center e lo U.S. Military Cancer Institute. La sperimentazione è avvenuta su 165 donne colpite dal tumore al seno e con i linfonodi ascellari positivi. 94 di queste sono state vaccinate mentre le altre 71 serviranno da controllo.
Il coordinatore G. Peoples ha riscontrato, dopo 30 mesi di sperimentazione, che la risposta più efficace è pervenuta dalle donne che avevano una presenza minore di HER2 sulle cellule tumorali e su cui si è vista ridotta del 50% la mortalità. Mentre per le donne che hanno utilizzato questa cura semplicemente come vaccino hanno riscontrato un calo di presenze tumorali del 7%. Per la certificazione di questo vaccino bisognerà aspettare un’ulteriore fase di sperimentazione e l’ampliamento delle pazienti sui quali verificarlo. Una cosa è certa: il Neuvax per ora apre piccole speranze, ma chissà tra un po’ se non diventi l’unica ”arma” a disposizione per debellare il diffusissimo tumore al seno.