Bloccare il progredire di un tumore della pelle aggressivo come il melanoma attraverso l’utilizzo di una proteina specifica. E’ questo lo scenario che si sta aprendo nel campo della ricerca grazie alla scoperta di un team internazionale di scienziati dell’ Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, del Cancer Center della Columbia University di New York e del Dipartimento di Oncologia Medica del Dana Farber Cancer Institute della Harvard University di Boston.
La squadra di ricercatori, nel corso di uno studio dedicato, ha scoperto che in moltissimi casi, i malati di melanoma presentano una forma non attiva o ridotta di Hint1, un particolare protide. Numerosi test sono stati condotti in laboratorio su coltivazioni di cellule e i risultati ottenuti hanno dimostrato che attraverso la riattivazione di questa specifica proteina è possibile fermare la crescita del cancro. La motivazione andrebbe trovata nelle proprietà antioncogene del protide stesso, in grado di inibire la trasformazione di una cellula normale in una tumorale.
Lo studio, coadiuvato dalla descrizione completa della sperimentazione è stato pubblicato sulla rivista di settore Cell Cycle e riporta come almeno il 40% delle anomalie collegate ad Hint1 sia riconducibile al melanoma.
Il melanoma rappresenta la prima causa di morte relativa al cancro della pelle. Si tratta di un tumore molto aggressivo e molto difficile da curare che si sostiene sia collegato ai melanociti, le cellule cutanee deputate alla produzione di melanina, il pigmento che colora di “bruno” la nostra pelle quando ci esponiamo al sole. La letteratura medica insegna che nella maggior parte dei casi, questa forma tumorale si sviluppa sia sopra i nei già presenti, sia in forma spontanea.
Negli ultimi anni poi, con il diffondersi di lampade e lettini abbronzanti, correlata alla scarsa protezione della pelle, le diagnosi di tumore alla pelle sono cresciute esponenzialmente, toccando solo in Italia, almeno 7mila nuovi caso ogni anno. A livello mondiale è stato constatato un incremento dei casi pari a circa il 15%.
Commenta il dott. Alessandro Sgambato, uno degli autori della ricerca:
In questo studio abbiamo dimostrato che HINT1 può tenere sotto controllo due importanti oncogeni (geni che promuovono lo sviluppo di un tumore), quali la ciclina D1 e BCL2, che favoriscono la trasformazione di cellule normali in cellule di melanoma. La ciclina regola, stimolandola la proliferazione cellulare. BCL2 previene la morte delle cellule danneggiate e quindi pericolose, e contribuisce a rendere le cellule tumorali “immortali”. Abbiamo dimostrato che HINT1 è frequentemente assente in cellule di melanoma umano e che la sua riattivazione riduce la crescita e la malignità del tumore.
Fonte: Cell Cycle
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