Nucleare, un rischio per la salute? Decisamente sì. E’ questa la posizione dell’AIOM (Associazione Italiana Oncologia Medica) che arriva direttamente dagli Stati Uniti, dove è in corso il Congresso mondiale dell’Asco.
“Non esiste nulla di più cancerogeno delle radiazioni nucleari. Le centrali nucleari non sono controllabili, pensiamo a Fukushima, lasciamole stare e puntiamo su energie alternative, poco inquinanti e che non presentano grandi rischi per la salute globale”.
A parlare è Carmelo Iacono presidente dell’Aiom che spiega come gli effetti negativi non sono solo diretti, non rischia solo chi abita nelle vicinanze di una centrale nucleare.
Un incidente come quelli già visti coinvolge l’aria che si respira, anche a distanza, gli elementi tossici si depositano nell’acqua del mare, e dunque nei pesci, sulla terra, nelle falde acquifere e sulle coltivazioni. Penetrano insomma nella catena alimentare. Gli effetti purtroppo si manifestano anche a distanza di tempo, basti pensare al picco dei tumori, specie di leucemia, in caso di esposizioni (Chernobyl).
“Troppi i probabili pericoli per giustificare gli eventuali benefici; la lotta ai tumori è già di per se molto dura, non è il caso di aumentare i rischi. Un oncologo non può essere favorevole al nucleare”.
L’affermazione sembra essere mirata al prof. Umberto Veronesi, che ha invece sposato la causa nucleare. La sua professionalità ha convinto molte persone circa la sicurezza delle nuove centrali, ma i suoi colleghi a quanto pare non condividono assolutamente ed invitano a votare SI al referendum sul nucleare ( non è una contraddizione si tratta di un voto abrogativo). Spiega ulteriormente Iacono:
“a scanso di equivoci, sia chiaro, la nostra non è una presa di posizione politica, ma esclusivamente tecnica, da scienziati”.
Gli oncologi italiani dal congresso di Chicago hanno però lanciato un altro allarme: i piani di rientro delle Regioni in deficit, per ciò che riguarda la sanità, rischiano di far saltare l’assistenza a molti pazienti oncologici. Un pericolo che andrebbe a distruggere l’assistenza oncologica italiana che così come è strutturata è la migliore in Europa. Non sono parole che ci fanno dormire sonni tranquilli. Purtroppo, che si voglia o no tutto parte dalla politica, anche la salute…e non viceversa.