Cambia il protocollo di intervento per il retinoblastoma, il tumore dell’occhio più frequente in età pediatrica. Le nuove linee di intervento, sono state tracciate da un team di esperti dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, presso il quale, già da qualche anno esiste una struttura mirata alla cura di questa patologia oncologica. Il tutto grazie al mandato ricevuto dall’AIEOP (Associazione Italiana di Ematologia ed Oncologia Pediatrica, principale organo competente in Italia): per questo motivo il nuovo protocollo di intervento sarà presentato il prossimo 12 Marzo presso la struttura sanitaria romana e poi applicato nei centri specialistici di tutto il nostro Paese.
I dati del retinoblastoma
Il retinoblastoma è un tumore relativamente raro: colpisce ogni anno nel nostro Paese almeno 50 bambini, solitamente entro i primi tre anni di vita. Fortunatamente la diagnosi precoce e le innovative terapie permettono una sopravvivenza superiore al 95% dei casi. Purtroppo non si può dire lo stesso del mantenimento della vista: in meno di un bambino su due si riesce a salvare l’occhio malato e quando il cancro è bilaterale, la situazione è sicuramente più complessa. Il nuovo protocollo mirerà anche e soprattutto a questo aspetto.
La diagnosi precoce del retinoblastoma
Come in tutte le forme oncologiche, anche per il retinoblastoma prima avviene la diagnosi e maggiore è il successo terapeutico. Nel caso di questo tumore dell’occhio, ad accorgersi del problema sono spesso i genitori dei bimbi, che notano un riflesso bianco all’interno della pupilla (si chiama leucoria), quando sviluppano le prime fotografie. A quel punto occorre rivolgersi ad un centro specialistico che approfondirà con i dovuti test: all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù vengono eseguiti in un’unica seduta tutti gli esami: risonanza magnetica nucleare, stadiazione del tumore, ecografia bulbare, fluorangiografia retinica, posizionamento del catetere centrale e puntura lombare.
La terapia del retino blastoma
Come dicevamo l’obiettivo delle terapie è duplice: distruggere la massa tumorale e e conservare l’occhio del piccolo paziente. Il primo passo del nuovo iter sarà quello della corretta selezione dei bambini adatti alla terapia conservativa, per poi passare ad una integrazione di trattamenti: chemioterapia, laser, brachiterapia e termo-chemioterapia. In particolare il Bambino Gesù di Roma è l’unico centro in Italia in cui viene praticata la brachiterapia in età pediatrica su pazienti non rispondenti alle altre cure: consiste nell’applicazione di placche radioattive direttamente sul tumore riducendo al minimo l’area sottoposta alle radiazioni.
Fonte OPBG
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