Richiesta di Consulto Medico su Distrazione gemello radiale e trombosi venosa profonda
“Buongiorno, circa 10 gg fa ho subito uno strappo muscolare al polpaccio destro mentre stavo per iniziare la mia lezione di fitness; ero praticamente ferma. Ho sentito un gran dolore, come una forte sassata e non sono più riuscita a camminare. Oggi il dolore persiste e non riesco ancora a camminare, e se cerco di estendere la gamba sento dolore. Ieri, su consiglio medico ho eseguito un’ecografia e con grande stupore mi è stata diagnosticata una trombosi venosa profonda e l’immediata terapia eparinica. Il problema legato alla lesione del muscolo tendineo sembra essersi risolto ma resta il fatto che io sento ancora dolore e ora è subentrata questa complicazione. Devo preoccuparmi? Quando riprenderò a camminare? E’ normale che per un “banale ” strappo si verifichi come conseguenza la trombosi ? La terapia eparinica può essere dannosa? Grazie per un consulto medico . Cordialità”
Specializzazione Ortopedia e Medicina dello Sport
Tipo di Problema: distrazione gemello mediale dx e tronbosi venosa profonda
Risponde il professor Francesco Bizzarri specialista in ortopedia e traumatologia, medico dello sport, dipendente dell’Università di L’Aquila e presidente nazionale della Società Italiana di Ginnastica Medica. Per contatti diretti: [email protected] o al cellulare 338/5665050
Ill.ma Sig.ra, è assolutamente possibile, la trombosi è una delle complicanze in casi di lesione muscolare come quella da Lei subita e non mi sembra di capire che abbia fatto una terapia idonea …per lo strappo. Ora deve fare la terapia eparinica fino alla risoluzione del problema e fare successivamente anche un controllo Eco. Saluti F.bizzarri
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“Chiedi all’esperto: Consulti Online su Medicinalive”
Si ricorda che non si effettuano diagnosi online e neppure si prescrivono terapie : Medicinalive e gli esperti coinvolti propongono contenuti a scopo esclusivamente informativo, che mai, in nessun caso possono sostituire una visita specialistica diretta o il rapporto con il proprio medico curante, le uniche basi attraverso cui dopo una diagnosi certificata ed una visita clinica è possibile prescrivere un qualunque trattamento.
Foto: Thinkstock
Buongiorno Professor Bizzarri,
cerco di sintetizzare per punti una storia che va avanti da 1 anno:
1. Ho 46 anni e cammino (anzi camminavo) molto per monti, circa 700 km all’anno.
2. Correndo a freddo con zaino pesante in partenza per un cammino mi infortuno, senza avvertire inizialmente dolore, ma solo al termine dei primi 24 km a piedi. Ormai però sono in mezzo al nulla, quindi metto una polpaccera, prendo Brufen e termino il percorso di 140 km in 6 giorni, con comparsa di leggero livido al polpaccio e una gamba che ormai sembra di legno.
3. Al ritorno mi vede la fisioterapista che sospetta uno strappo.
4. Eseguo ecografia che non evidenzia alcuna lesione.
5. Vado dall’ortopedico: anche lui sospetta strappo e mi dice di stare ferma 2 mesi, poi di riprendere gradualmente a camminare.
6. Così faccio. Riprendo i miei trek, ma sempre limitata perché dopo 8-10 km inizio ad avere dolore profondo al tallone, che aumenta fino a farmi zoppicare.
7. Intanto sono trascorsi 6 mesi: la fisioterapista mi dice di fare esercizio per allungare il muscolo (piegamento tenendo il tallone a terra) e alla prima volta che lo eseguo, mi riesce il livido (1° recidiva).
7. Torno dall’ortopedico: mi prescrive RMN. Anche questa non rileva alcuna lesione.
8. Vado da un terapista sportivo, che mi fa 3 trattamenti al tallone che terminano con alcool e ghiaccio col risultato di ustionarmi.
9. Fisioterapista mi dice che non occorre che stia ferma, solo di limitarmi col dolore, così durante un trek con maggiore pendenza, ricompare il livido (2° recidiva).
10. Io sono convinta che debba esserci q.sa di non ancora diagnosticato perciò vado da fisiatra che mi fa fare altra eco da suo medico di fiducia, che finalmente dopo 9 mesi trova al terzo medio del gemello interno tessuto fibroso sclerocicatriziale di 1 cm e modesti segni di fascite al tallone.
11. Fisiatra mi fa ciclo di 3 onde d’urto per eliminare la cicatrice sul muscolo, dicendo che non occorre altro perché così passerà anche dolore al tallone, ma che devo attendere 1 mese dal termine delle onde per vedere risultati.
12. Intanto peggioro al punto da essere seriamente limitata nelle normali attività quotidiane. Non riesco a stare in piedi ferma per più di 5 minuti per il dolore al tallone e anche fare la spesa al supermercato diventa un problema. Pensare che camminavo per 30 km al gg senza il minimo dolore o fastidio…
In più si aggiungono altri dolori derivati alla schiena, alla parte alta della gamba, all’anca, ecc, che mi tormentano giorno e notte e non passano con antidolorifico. La mia curante pensa siano legati a tensione muscolare in conseguenza del prolungato mal appoggio (intanto sono passati 10 mesi) e mi prescrive miorilassante, ma con scarso beneficio.
13. Adesso il mese dal termine delle onde d’urto è trascorso (e siamo a 11 mesi), ma il miglioramento assicurato dalla fisiatra non c’è. Lei era convinta che trascorso il mese avrei risolto e sarei tornata a camminare per monti…
È una situazione che ha dell’incredibile ed è altamente invalidante nella quotidianita’, per non parlare del fatto che per me camminare è come respirare. Sìnceramente non so più dove sbattere la testa…
Spero in un suo consiglio esperto e competente.
La ringrazio molto se sarà così gentile da rispondermi.