L’uso indiscriminato di antibiotici da parte della popolazione negli ultimi decenni ha portato ad un rapido sviluppo della resistenza dei batteri a questi principi attivi. La ricerca è al lavoro per trovare delle valide soluzioni in grado di attaccare con successo e sconfiggere gli agenti patogeni. I virus “batteriofagi”, secondo i ricercatori, rappresentano l’alternativa efficace ed ideale.
Questi piccoli microrganismi erano studiati dagli scienziati fin dal 1919. Le diverse ricerche che li riguardavano furono però fermate nel 1940 con la scoperta degli antibiotici. Da quel momento sono diventati loro la migliore arma di attacco contro le infezioni batteriche, con i risultati che tutti noi conosciamo. Una squadra di ricercatori internazionale, composta da australiani e statunitensi ha “recuperato” gli studi sui batteriofagi del passato, riprendendoli e conducendoli con gli attuali strumenti a disposizione. I risultati di queste nuove ricerche sono stati pubblicati sulla rivista di settore Proceedings of National Academy of Science (PNAS).
Entrambe le squadre di ricerca impegnate in materia, quella dell’Università di Monash e quella del Maryland hanno individuato nel batteriofago PlyC (derivato dalla Lisina), un vero e proprio killer dei batteri che causano la polmonite, il mal di gola, ed addirittura la sindrome da shock tossico causata dallo streptococco. Entrando nello specifico è necessario spiegare che la lisina è una proteina sfruttata da questi organismi per attaccare ed uccidere i batteri. Il protide in questione è stato scoperto nel 1925 e sottoposto ad un processo di “purificazione” nel 1960 dal principale autore di questo studio, il dott. Vince Fischetti, che in questo frangente è riuscito a decifrare la sua struttura atomica. Commentano i ricercatori:
PlyC, nella sua forma purificata, ha dimostrato di essere cento volte più efficiente nell’uccidere alcuni batteri rispetto a qualsiasi altra lisina. È in realtà composta di nove “parti” separate di proteine che si assemblano a formare una macchina killer di batteri molto efficace. Assomiglia in realtà a un disco volante armato di due testate. Agisce attaccandosi sulla superficie batterica utilizzando otto diversi siti di attracco situati una faccia del disco. Le due testate possono poi “masticare” attraversando la superficie della cellula, e rapidamente uccidere i batteri.
Partendo da questo batteriofago sarà possibile mettere a punto nuovi medicinali e terapie specifiche contro diverse tipologie di batteri.
Fonte | Pnas
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