Due tra le più gravi e diffuse patologie legate all’alimentazione, celiachia e diabete di tipo 1, sarebbero geneticamente legate tra loro. Non solo: all’origine di entrambe queste malattie pare ci siano importanti influenze derivanti dal fattore ambientale.
Questo, almeno, stando ai risultati di uno studio condotto dai ricercatori del Cambridge Institute for Medical Research, e pubblicato sull’autorevole New England Journal of Medicine. Gli scienziati della prestigiosa Università inglese sono giunti a queste – sorprendenti – conclusioni al termine di un’analisi del DNA di un campione di 8064 persone affette da diabete di tipo 1 (quello che si manifesta quando l’organismo non riesce a produrre l’ormone insulina, necessario per convertire gli zuccheri presenti nel sangue in energia utile per il funzionamento delle cellule).
La stessa analisi è stata svolta anche su tutti i membri di 2828 famiglie in cui entrambi i genitori e un figlio soffrivano di celiachia, così come sui 9339 soggetti sani che hanno costituito il “gruppo di controllo”. Il risultato? I ricercatori avrebbero individuato l’esistenza di sette regioni di cromosomi che sembrano essere direttamente responsabili del malfunzionamento del sistema immunitario, e queste regioni cromosomiche “anomale” ricorrono con un’insistenza quantomeno sospetta nel DNA delle persone affette da entrambe le patologie.
Insomma, un’origine genetica comune per celiachia e diabete di tipo 1, ed il sospetto che l’anomalia possa essere innescata dall’influenza di fattori ambientali. Il passo successivo, per gli studiosi, sarà l’analisi dell’esito dell’assunzione di alimenti privi di glutine da parte di quei soggetti “campione” che soffrono di diabete, e sono costretti a ricorrere ad iniezioni di insulina per vivere una vita “normale”; se questi alimenti risolveranno il problema dei diabetici, ecco che il Cambridge Institute for Medical Research avrà tracciato una via di speranza per la cura di questa patologia. Purtroppo per i celiaci e per la loro intolleranza al glutine, invece, ci sarà da aspettare un’ulteriore, e diversa, ricerca medica. Sperando che anche l’industria alimentare si impegni nel frattempo nella creazione di una sempre più vasta gamma di prodotti “glutine free”.