Un gruppo di ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma ha identificato la molecola che gioca un ruolo chiave nel classico mal di schiena. Si tratta della molecola “NF-KB”, responsabile della degenerazione dei dischi intervertebrali, i cuscinetti che ammortizzano le vertebre, che inizia già a 30 anni, soprattutto se si conduce una vita sedentaria. Gli esperti, inoltre, hanno sviluppato una nuova terapia mirata capace di rallentare il processo di invecchiamento della colonna vertebrale.
Il classico colpo della strega, e gli altri dolori acuti che interessano la schiena, come la cervicalgia, sono riconducibili all’invecchiamento fisiologico della colonna vertebrale. Dallo studio, infatti, è emerso che, quando NF-kB diventa iperattiva all’interno delle cellule dei dischi intervertebrali, innesca una serie di reazioni deleterie che vanno a intaccare la struttura della colonna.
La degenerazione dei dischi intervertebrali e il progressivo irrigidimento della colonna è la causa di sindromi dolorose come lombalgie o cervicalgie croniche, che colpiscono una grande fetta della popolazione adulta. Si stima, infatti, che l’80% della popolazione abbia sofferto di lombalgia o di cervicalgia almeno una volta nella vita. Il 32% della popolazione italiana (circa 19 milioni) ne è affetto almeno una volta l’anno, e l’8,2% (circa 5 milioni) cronicamente.
I ricercatori, inoltre, hanno scoperto che, “spegnendo” la molecola NF-kB con un farmaco sperimentale, è possibile rallentare la degenerazione dei dischi intervertebrali, un problema che non riguarda solo le persone più avanti con l’età, ma anche i giovani adulti, soprattutto se si è in sovrappeso e si conduce uno stile di vita troppo sedentario.
Lo studio italiano, tuttavia, potrebbe dare una svolta positiva. Come hanno spiegato gli esperti, attualmente esistono diversi farmaci che interagiscono in qualche modo con NF-kB, ma nulla di specifico pro o anti NF-KB è stato ancora reso disponibile. Per questa ragione, i ricercatori hanno sviluppato un medicinale ad hoc, chiamato peptide NBD, già utilizzato con successo da un altro gruppo di ricerca USA a Pittsburgh per rallentare lo sviluppo della distrofia muscolare (NF-kB è coinvolto anche in questa malattia).
Questo particolare peptide, dunque, potrebbe essere usato anche per contrastare l’invecchiamento fisiologico della colonna vertebrale per sviluppare nuovi farmaci inibitori selettivi di NF-KB.
Via|UCSC – Università Cattolica del Sacro Cuore; Photo Credit|ThinkStock