Sarà possibile estrarre dal tè verde una cura per il neuroblastoma, uno dei tumori infantili caratterizzati da maggiore mortalità perché resistente alla chemioterapia? E’ questa la speranza che nasce da uno studio australiano recentemente condotto sul tema.
Sarebbe un particolare estratto del tè verde, la catechina, quella che tutti noi conosciamo come ottimo antiossidante ad avere la possibilità di essere trasformato in futuro in una terapia efficace contro questo tumore neonatale caratterizzato da bassissimi tassi di sopravvivenza. I ricercatori australiani, coordinati dal dott. Orazio Vittorio, hanno scoperto che questa molecola è in grado di uccidere circa la metà delle cellule cancerogene formanti il neuroblastoma nel giro di soli tre giorni.
Ovviamente si è ancora ad una fase preliminare dello studio e vi sarà bisogno di tempo prima che questa scoperta possa divenire effettivamente applicabile su modello umano, ciò non toglie che il gruppo abbia guadagnato il Kid’s Cancer Project Award presso i NSW Premier’s Awards for Outstanding Cancer Research, ottenendo un ulteriore elargizione di fondi pari a 25 mila dollari australiani per continuare lo studio e trovare una applicazione pratica di ciò che si è scoperto. Se i ricercatori riuscissero a trasformare questo esperimento in un protocollo ufficiale contro il neuroblastoma, si potrebbe raggiungere lo sviluppo di un potenziale trattamento salvavita.
Quello australiano non è il primo studio che promuove la catechina come base per un trattamento anticancro. Ciò che porta questa ricerca a differire dalle precedente è l’impegno del team di scienziati nel creare una molecola di catechina più stabile rispetto alle altre che hanno mostrato di essere instabili e non in grado di essere efficaci una volta giunti alla “sperimentazione umana” in vitro. La molecola del dott. Orazio Vittorio invece, è stata efficace nell’uccidere le cellule tumorali senza mettere a rischio quelle sane. Ha commentato il ricercatore con la stampa:
La forma modificata di catechina è efficace nel distruggere le cellule di neuroblastoma che sono altamente resistenti alla chemioterapia convenzionale, ma ha effetti minimi sulle cellule normali.Ora sarò in grado di strutturare questa ricerca e lavorare per una terapia efficace contro il neuroblastoma aggressivo.
Un primo passo verso una vera cura?
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