Si è maggiormente a rischio di depressione se si è affetti da ipertiroidismo. Il legame tra la salute mentale e la produzione di ormoni è ormai cosa nota da tempo, ma è sempre interessante andare a fondo dei meccanismi che regolano questi avvenimenti, come hanno fatto alcuni ricercatori olandesi.
Il legame tra la depressione ed i disturbi della tiroide sono tra quelli più studiati perché la prima è una delle patologie psicologiche più diffuse e gli scienziati sono sempre avidi di nuovi particolari che possano aiutare nella prevenzione di quella che negli anni è divenuta una vera e propria malattia con risvolti spiacevoli non solo sulla salute mentale ma anche su quella fisica. E sebbene anche l’ipotiroidismo secondo alcuni studi può avere collegamenti con la nascita di stati depressivi, sembra essere il suo opposto la maggiore causa di depressione legata a problemi ormonali.
I ricercatori olandesi, nel lavoro pubblicato sulla rivista di settore Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism hanno studiato l’andamento dell’ormone TSH, quello che indica il funzionamento della tiroide rispetto ai casi di depressione in un campione di circa 1500 persone. Ricordiamo che se i livelli TSH sono bassi siamo davanti ad un caso di ipertiroidismo, mentre se gli stessi sono più alti, ovviamente è l’ipotiroidismo la patologia da considerare. Per essere certi della correlazione tra le condizioni ormonali e la depressione i livelli degli ormoni sono stati misurati anche successivamente all’inizio della sperimentazione. Commenta Marco Medici, principale autore dello studio:
Abbiamo scoperto che le persone anziane con un’attività della tiroide nella fascia alta del range di normalità, hanno avuto un sostanziale aumento del rischio di sviluppare la depressione nel corso di un periodo di otto anni, rispetto agli individui che avevano una minore attività della tiroide nel range di normalità .Questo suggerisce che le persone con anche piccole modifiche della funzionalità tiroidea possono avvertire effetti sulla salute mentale analoghi a quelli con disturbi della tiroide palesi, tra cui l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo.
Il periodo preso in considerazione per testare i dati è stato pari ad 8 anni per poter contare su un adeguato periodo di follow up.
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