Una nuova terapia contro le metastasi del tumore al fegato che alzerebbe le difese immunitarie aumentando, nel paziente malato, le possibilità di un epilogo positivo: è stata messa a punto da un gruppo di ricercatori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, guidati dal dottor Giovanni Sitia, responsabile dell’Unità di Epatologia Sperimentale.
La nuova terapia per la cura del tumore al fegato sfrutta l’ingegneria genetica sulle cellule staminali per poter usare altre cellule del sangue e sfruttarle per contrastare in modo efficaci le eventuali metastasi. Si tratta di una prima fase iniziale di studio che potrebbe però portare importanti risultati. In pratica si andrà a ritoccare il dna dei macrofagi ovvero delle cellule guardiano del sistema immunitario che saranno dotate di una nuova molecola, chiamata, Interferone Alfa, che l’organismo produce quando rileva la presenza di una infezione. E’ una molecola molto importante per combattere il tumore al fegato ma che non si può iniettare nell’organismo perché ha proprietà tossiche. La nuova terapia contro le mestastasi di questo tipo di tumore cercherebbe di sfruttare le proprietà di questa molecola solo in direzione dei macrofagi che vengono richiamati dal sangue in grande numero in presenza del tumore al fegato. Intervenendo solo sui macrofagi, i ricercatori potrebbero riuscire a sfruttare le loro proprietà anti-tumorali proprio nei casi in cui si registrino pericolosi casi di metastasi.
A fare chiarezza sui risultati di questa ricerca pubblica sulla rivista Embo Molecular Medicine, è il Professor Giovanni Sitia.
Una volta nel fegato, l’interferone agisce sul microambiente epatico, riducendo precocemente la crescita e la colonizzazione metastatica e, in seguito, favorendo la risposta immunitaria contro le metastasi da colon retto. Abbiamo inoltre verificato che l’ingegnerizzazione dei macrofagi, e la conseguente produzione specifica di interferone, è in grado di conferire protezione a lungo termine, senza causare apparenti effetti collaterali o incapacità a rispondere adeguatamente a infezioni virali sistemiche
Una buona notizia, dunque, per coloro che combattono contro il tumore al fegato.
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