Home » MEDICINA TRADIZIONALE » Oncologia » Vaccino contro il papillomavirus: previene il cancro cervicale ma gli effetti collaterali non sono ancora chiari

Vaccino contro il papillomavirus: previene il cancro cervicale ma gli effetti collaterali non sono ancora chiari

La scorsa settimana l’FDA (l’agenzia per il farmaco americana) ha approvato due vaccini per prevenire le malattie sessualmente trasmesse e, in ultima analisi, diversi tipi di cancro, riaccendendo la polemica su un altro vaccino. Il primo di questi vaccini, approvato una settimana fa, è il Gardasil per i maschi, per prevenire le verruche genitali causate dal papillomavirus umano sessualmente trasmesso (HPV). La FDA aveva già approvato il Gardasil nel 2006 per le ragazze per prevenire l’infezione da HPV, la causa principale del cancro al collo dell’utero.

La FDA ha anche approvato un nuovo vaccino per le ragazze chiamato Cervarix, simile al Gardasil, raccomandato per le ragazze a partire dagli 11 anni. Ovviamente le obiezioni non mancano. La principale è che il vaccino contro l’HPV incoraggia la promiscuità sessuale e che l’HPV potrebbe essere evitato posticipando il sesso e restando monogami.

Evitare il sesso oggi, nel ventunesimo secolo, è un po’ come credere a Babbo Natale. Un buon 80% delle donne infettate da HPV al momento ha 50 anni. In pratica una bambina potrebbe anche rimanere casta, ma se non vaccinata, anche dopo il matrimonio avrebbe una buona probabilità di essere infettata. Inoltre il vaccino diminuisce la possibilità di contrarre il cancro cervicale, e questo, promiscuità o meno, lo possono contrarre tutte le donne.

Mentre il sesso e la morale non deve entrare nella discussione HPV, una considerazione importante da fare è sui benefici di un vaccino contro i rischi. I vaccini, in generale, offrono grandi vantaggi con il minimo rischio. Ci sono due modi di pensare a questo problema. In primo luogo, pensare globalmente. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ci sono circa mezzo milione di casi di cancro della cervice uterina diagnosticati ogni anno e oltre 250 mila morti. L’HPV sta dietro la stragrande maggioranza di questi tumori. È vero che la maggior parte di questi decessi avvengono nei Paesi poveri, dove le donne non sanno nemmeno cos’è un pap test, ma la riduzione dell’HPV può ridurre ugualmente i casi, almeno in Occidente.

Ma non solo. La famiglia dei virus causa displasia del collo dell’utero, crescite anomale sul collo dell’utero, spesso precursore canceroso. Questo riguarda centinaia di migliaia di donne ogni anno, secondo uno studio di Planned Parenthood, e il trattamento può essere doloroso e costoso. L’HPV è associato anche ad altri tumori che riguardano vagina, pene, ano ed altri tumori maligni dei genitali, comunque rari.

Alcuni medici, però, non sono pronti ad avviare il vaccino. Nel mese di agosto, il Journal of the American Medical Association ha pubblicato un editoriale in cui si discuteva dei benefici rispetto ai rischi. I rischi sono ancora aneddotici: Secondo il CDC, 25 milioni di dosi di vaccino sono state distribuite negli Stati Uniti, e ci sono state diverse centinaia di segnalazioni di gravi effetti avversi, tra cui 32 decessi.

Secondo altre ricerche pare che i decessi non siano avvenuti a causa del vaccino, ma per altri problemi. Ma alla fine nemmeno l’editoriale JAMA ha avuto una risposta definitiva, sì o no, se è valso la pena effettuare il vaccino. Ciò significa che chiunque con una figlia adolescente ha una decisione difficile da prendere.

[Fonte: Livescience]