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Citrobacter, cosa è

Cosa è il citrobacter e perché si sta rivelando problematico soprattutto per quel che concerne i neonati? Cerchiamo di capire quali sono i sintomi e le conseguenze derivanti dal suo contatto.

Le specie pericolose di citrobacter

Con il termine citrobacter si indicano di solito tutta una serie di batteri che è possibile incontrare all’interno dell’ ambiente, nell’acqua e negli alimenti, tra i quali figurano anche quelli presenti all’interno della flora batterica intestinale. Si tratta di agenti patogeni in grado di causare infezioni, anche abbastanza gravi, in persone anziane, immunocompromesse, fragili e neonati.

I citrobacter causano infezioni delle vie respiratorie, delle ferite, delle ossa, del tratto urinario, del peritoneo e dell’endocardio ma possono anche causare sepsi e meningite. Sono tre le specie di citrobacter in grado di causare infezioni gravi nell’essere umano: C. braakii, C. freundii e C. koseri.

La maggior parte di queste infezioni sono di tipo ospedaliero. Di solito avvengono attraverso il contatto diretto tra persone, tra madre e figlio durante il parto, attraverso l’ingestione di cibo contaminato e il contatto con superfici contaminate.

I sintomi principali dell’infezione da citrobacter cambiano in base all’organo colpito. Più generalmente per quel che riguarda le ferite cutanee e per quel che concerne l’osteomielite e quindi la compromissione dell’osso, è possibile riscontrare dolore localizzato e pus, con forte arrossamento.

Con il coinvolgimento delle vie respiratorie è possibile notare debolezza, decadimento delle condizioni generali, difficoltà respiratoria, tosse, forte produzione di muco e febbre alta.

Quando è coinvolto l’apparato urinario si ha difficoltà nella minzione, poliachiuria accompagnata da dolore nell’urinare e nella regione pelvica. È possibile riscontrare febbre, sangue nell’urina e dolore nella zona lombare.

Infezioni e patologie gravi da affrontare

In caso di sepsi derivante da citrobacter è possibile registrare febbre che supera i 38 °, dolori muscolari, confusione, brividi e senso di malessere generale che possono causare un abbassamento della pressione sanguigna e shock settico.

Il C. Koseri da vita a una forma particolarmente grave di meningite neonatale di solito associata ad ascessi cerebrali ed encefalite necrotizzante.

La diagnosi avviene attraverso, in base all’origine dell’infezione, l’esecuzione di un tampone cutaneo, urinocoltura, analisi dell’urina, emocoltura, analisi del sangue ed esami dell’espettorato. Attraverso specifici test biochimici e molecolari è possibile identificare il sierogruppo.

Il citrobacter viene combattuto grazie all’utilizzo di antibiotici specifici o con la combinazione di diversi più appropriata in base all’antibiogramma. Questo test è molto importante perché il batterio è resistente alle penicilline e a specifiche combinazioni di antibiotici. Al momento l’unico effettivamente efficace in ogni caso sembra essere la colistina.