Un vaccino italiano contro il coronavirus e uno israeliano sarebbero a buon punto per una sperimentazione su modello umano: due formulazioni differenti che potrebbero rivelarsi entrambe importantissime per affrontare l’emergenza nei prossimi mesi.
Vaccino italiano sconfigge il virus
Il vaccino contro il coronavirus italiano sarà uno dei primi a poter contare sulla sperimentazione umana: come spiegato dall’ad della Takis di Pomezia che lo ha messo a punto, la formulazione ha mostrato di essere in grado di neutralizzare il virus nelle prove eseguite nel centro di ricerca dell’ospedale Spallanzani di Roma. Gli scienziati, dopo avere isolato il virus hanno creato una procedura per verificare l’efficacia di vaccini e molecole e quel che hanno registrato sono risultati definiti “incoraggianti e ben oltre le aspettative” nel corso della sperimentazione su modello animale. E’ stato infatti rilevato che, dopo una singola vaccinazione, hanno sviluppato anticorpi che possono bloccare l’infezione del virus Covid-19 sulle cellule umane.
La sperimentazione sull’uomo per il momento è stata fissata a dopo l’estate. In altri paesi sono stati sviluppati altri vaccini che, grazie a copiosi finanziamenti, hanno già iniziato la fase clinica. Il punto rimane però sempre lo stesso: quello di collaborare anche con altri laboratori al fine di poter trovare presto una formulazione vaccinale valido. Le due formulazioni Takis testate allo Spallanzani si basano sulla qualità degli anticorpi che pur non puntando su una quantità esagerata degli stessi riesce a neutralizzare la chiave della proteina Spike che il coronavirus sfrutta per entrare nelle cellule. Essi contengono al loro interno solo un frammento di Dna del suddetto protide: e gli anticorpi vengono potenziati attraverso l’elettroporazione: l’iniezione nel muscolo della formulazione è seguita un brevissimo impulso elettrico che ne aumenta l’efficienza.
Vaccino passivo messo a punto a Israele
Anche gli scienziati israeliani sarebbero a buon punto con la creazione di un vaccino passivo: secondo quanto raccontato dal Jerusalem Post, l’Istituto israeliano per la ricerca biologica avrebbe messo a punto una formulazione basata sugli anticorpi di un paziente guarito. Si parla infatti di “vaccino passivo” quando gli anticorpi di una persona non più malata vengono trasferiti su un altro paziente.
Gli scienziati avrebbero completato, secondo quanto riportato dal ministro della difesa israeliano, la formulazione proprio in queste ore. L’obiettivo è ora quello di verificarne la sicurezza per ottenerne un brevetto. Se il vaccino dovesse davvero funzionare potrebbe essere commercializzato e utilizzato per immunizzare la popolazione.
E’ una corsa contro il tempo quella legata alla ricerca di un vaccino contro il coronavirus al fine di potersi fare trovare preparati in caso di una seconda ondata autunnale.