Sconfiggere le infezioni di origine virale, annodando il Dna del virus ed impedendo alla malattia di propagarsi nell’organismo. Questo il sunto di una scoperta che potrebbe garantire un ulteriore passo da gigante nel campo della medicina.
A coordinare lo studio l’italiano Cristian Micheletti, biofisico della Scuola Superiore di Studi Avanzati (Sissa) di Trieste in collaborazione con Enzo Orlandini dell’università di Padova, Davide Marenduzzo dell’università di Edimburgo, Luca Tubiana della Sissa e l’università svizzera di Losanna e quella americana della Florida. I risultati della ricerca sono stati pubblicati dalla rivista di divulgazione scientifica Pnas.
I ricercatori si sono avvalsi di una ricostruzione al computer del Dna dei virus, lungo qualche milionesimo di metro, racchiuso in una capsula dal diametro cento volte più piccolo e compresso in nodi. Hanno così scoperto come mai l’infezione si propaghi nonostante il Dna del virus sia annodato:
Adesso abbiamo scoperto che l’infezione riesce comunque nonostante i nodi perché questi si sciolgono naturalmente. Si trattava il Dna come fosse una collana di perline, abbastanza flessibile e granulare, mentre non si considerava la struttura a doppia elica del Dna. Mettere questa struttura in uno spazio ristretto è come mettere a strettissimo contatto fra loro due viti, con le loro scanalature elicoidali: questo è possibile solo se sono orientate in modo tale da formare un piccolo angolo tra i loro assi.
Quello che i ricercatori vorrebbero fare, ma richiederà ovviamente anni ed anni di ulteriori studi e sperimentazioni, è di annodare il Dna del virus in modo tale che non possa sciogliersi e propagarsi nella cellula ospite, in breve neutralizzarlo, renderlo non infettivo:
E’ una prospettiva ambiziosa e che richiederà ancora molti anni di ricerca. Il prossimo passo sarà costruire dei microscopici canali nei quali comprimere il Dna per osservarne il comportamento.
Sull’Ansa il video esplicativo.
[Fonte: Ansa Scienza e Medicina]