Una buona notizia per i malati di Parkinson che avranno la possibilità di curarsi con un nuovo farmaco: dopo molta attesa, infatti, Zambon annuncia il lancio in Italia di safinamide, medicinale utilizzato per il trattamento dei pazienti affetti da questo morbo. Dopo Germania, Svizzera e Spagna, quindi, anche l’Italia avrà la possibilità di sfruttare questo medicinale per curare i pazienti in stadio medio-avanzato della malattia, come terapia in aggiunta alla Levodopa (L-dopa) o in combinazione con altre terapie farmacologiche.
Safinamide è un nuovo principio attivo che ha un esclusivo duplice meccanismo di azione: da una parte inibisce in modo selettivo le MAO-B, dall’altra riesce a modulare il rilascio eccessivo del glutammato attraverso il blocco stato-dipendente dei canali del Sodio-voltaggio dipendenti. Per tutti questi motivi questo nuovo farmaco, dal 29 febbraio 2016 disponibile anche in Italia, rappresenta una novità importante nella cura dei sintomi del Morbo di Parkinson e si rivela in grado di migliorare le funzioni motorie aumentando in modo evidente i momenti in cui i pazienti malati di Parkinson non avvertono discinesia, ovvero il tipico movimento anormale e incoordinato dei muscoli volontari o involontari che caratterizza questa malattia. L’utilizzo di questo nuovo medicinale per la cura del Parkinson ha dato buoni risultati sui pazienti sui quali è stato provato, sia nel breve periodo (6 mesi) che nel lungo (fino a 24 mesi), e ha consentito un miglioramento della qualità di vita di coloro che sono affetti dalla malattia.
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Il Professor Fabrizio Stocchi, dell’IRCSS S. Raffaele di Roma, ha messo a fuoco i vantaggi di questo nuovo medicinale per la cura del Parkinson.
Le sue proprietà dopaminergiche e non dopaminergiche introducono una novità tra i farmaci per il trattamento della Malattia di Parkinson. Safinamide ha dimostrato di aumentare notevolmente il tempo ON senza alcuna discinesia o in presenza di discinesia lieve, in aggiunta ad un miglioramento delle funzioni motorie (UPDRS III)
Come sottolineato dallo stesso professor Stocchi, il nuovo medicinale è stato testata in uno studio clinico in doppio-cieco, controllato con placebo, durato 24 mesi, dove ha dimostrato di mantenere i benefici clinici in modo sicuro per il paziente.
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