Estate tempo di vacanze. Ma non per tutti. Anzi. Nel nostro Paese, infatti, cresce a vista d’occhio il popolo degli stakanovisti, pressati tra precarietà, superlavoro e, inutile dire, stress. Saranno all’incirca 100.000 le ore lavorate da molti di coloro che hanno iniziato ad impiegarsi nel 2000, a patto di avere una vita lavorativa di 35 anni. Prima del 1900, un uomo di 65 anni aveva lavorato nella sua vita 220.000 ore, mentre una persona nata nel 1935 ne aveva lavorate “solo” 95.000.
E saremmo un popolo di fannulloni? Un’inchiesta rivela che gli italiani snobbano le ferie, tanto che quasi la metà non fa tutte quelle cui avrebbe diritto. L’indagine è della Edelman per : su 33 giorni di vacanza all’anno a cui hanno mediamente diritto i dipendenti in Italia, sei non sono “sfruttati” dal 47% dei lavoratori.
Quello verso le vacanze è un rapporto di odio-amore: la stessa inchiesta rivela infatti che il 44% degli intervistati si sente riposato e ringiovanito dopo un periodo di relax, mentre un altro 40% si sente più brillante e veloce. Però, anche se le ferie fanno bene, forse sono… troppe.
Del resto, in Europa, solo in Francia ne fanno di più di noi: 37 giorni. Ma perchè non si va in vacanza? L’ 11 % sostiene di essere troppo occupato, il 7% preferisce essere pagato per i giorni di ferie non sfruttati. C’è anche chi non usufruisce delle ferie perché ha figli piccoli a scuola (6%) o teme di perdere importanti incontri di lavoro (4%). E anche quando si cede, il 15% dei “forzati della vacanza” continua a controllare le e-mail di lavoro. E fa e riceve telefonate!