Il 10 settembre cade la Giornata Mondiale sulla Prevenzione del Suicidio che ogni anno miete oltre un milione di vittime nel mondo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera la scelta di togliersi la vita da parte di un individuo come un problema di salute pubblica sul quale dovere intervenire con iniziative mirate a sensibilizzare il mondo intero su un tema così delicato che ancora oggi coinvolge troppe persone.
In effetti, in Italia come nel mondo, il suicidio rimane ancora una strada che molti percorrono (è la tredicesima causa di morte in tutto il mondo per persone di tutte le età): a farne le spese, volontariamente, sono le persone comuni ma anche i cosiddetti divi spesso e volentieri hanno scelto di togliersi la vita, affaticati dal peso del successo e da quella depressione che molte volte inspiegabilmente li colpisce. Sono loro insomma i soggetti a rischio suicidio, apparentemente potenti e appagati ma tristi e soli nell’animo. L’ultimo caso di Vip che ha deciso di togliersi la vita? Quello dell’attore Robin Williams che solo poche settimane fa si è suicidato impiccandosi nella sua casa di Tiburon, in California dopo anni di lotta (persa) contro la depressione.
Suidicio e depressione vanno di pari passo, insomma, e molto spesso è proprio questo disagio mentale e fisico a indurre l’uomo a pensare che togliersi la vita rappresenti l’unica strada percorribile per smettere di soffrire. Ecco perché si è deciso di fissare una Giornata Mondialeche miri a sensibilizzare su un tema così delicato; nelle piazze che sposeranno questa iniziativa, sarà distribuito del materiale informativo e esperti psicologi e psichiatri spiegheranno quali sono le cause più frequenti che portano un individuo a pensare al suicidio come unica soluzione definitiva (potrete trovare informazioni più dettagliate sul sito ufficiale www.giornataprevenzionesuicidio.it).
Secondo l’OMS quello del suicidio rimane un problema che si può evitare a patto che si presti molta attenzione ai segnali che precedono la messa in atto di un gesto così estremo. Su questo tema, recentemente è intervenuto anche lo psichiatra Michele Cucchi che, dopo il caso di suicidio del calciatore tedesco Andreas Biermann, che aveva scosso l’opinione pubblica, ha spiegato di quanto anche in uno sport come il calcio, la competizione e il dover dimostrare qualcosa a tutti i costi pesino in modo decisivo su coloro che quel peso non lo sanno sostenere a livello psicologico.
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