Letto a due piazze, coppia innamorata. Immagine ben lontana da associazioni con depressione, disturbi cardiaci, tensioni con il partner. E invece… pare proprio che dormire nello stesso letto insieme al proprio partner possa provocare dei danni alla salute. A dirlo è una recente ricerca condotta da un’èquipe di ricercatori dell’Università del Surrey. A quanto pare chi persiste nel dormire con il/la compagno/a anche quando il sonno viene disturbato dal russare o dall’agitarsi durante la notte dell’uno o dell’altro o di entrambi, va incontro a disturbi come stati depressivi, danni al cuore, difficoltà respiratorie, con conseguenti tensioni e risentimenti nella vita di coppia.
Gli studiosi hanno preso in considerazione per il loro test sulla qualità del sonno un campione di quaranta coppie. E sono giunti alla conclusione, dopo accurate verifiche, che sia molto meglio optare per letti separati. L’epoca vittoriana insegna.
Il dottor Neil Stanley, autore dello studio, spiega:
L’intimità fa bene alla salute emotiva, il sonno a quella emotiva, fisica e mentale. Dormire è la cosa più egoista che ci sia. La gente dice che è di conforto avere il partner accanto quando si dorme. Ma devi essere sveglio per accorgertene.
Come dargli torto. D’altronde sarebbe ipocrita negare che un compagno affianco che russa è davvero una situazione irritante, che certo non concilia il sonno e fa sentire nervosi e stanchi già appena svegli. Lo stesso dicasi per chi ha a fianco nel letto persone che sono solite agitarsi, muoversi bruscamente, dare calci e tirare via le coperte nelle notti più gelide. Forse era questo il motivo per il quale prima della rivoluzione industriale, in epoca vittoriana, si dormiva in letti separati? E noi che avevamo pensato a semplice pudore e puritanesimo. Chi lo sa, magari fresche e riposate, le coppie di una volta, con due lettini lontani tra loro, si svegliavano con un sorriso e iniziavano la giornata con un dolce buongiorno, piuttosto che apostrofare il partner con: Stanotte hai russato. Non mi hai fatto dormire. Mi hai lasciato senza coperte. Parlavi nel sonno.
E voi, come preferite dormire? Siete d’accordo con il dottor Stanley?
[Fonte: Romagnaoggi]