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Influenza K, quando il picco?

Influenza nella sua variante K. E’ quella che sempre di più si sta facendo spazio in Italia. Come possiamo conoscerla e soprattutto prevenirla?

La variante K dell’influenza

Negli ultimi mesi si è parlato spesso di influenza legata alla cosiddetta variante K, un nome usato in modo informale per indicare un ceppo influenzale che sta circolando insieme ad altri virus stagionali. Come accade ogni anno, i virus dell’influenza cambiano leggermente e possono causare ondate più o meno intense a seconda della stagione, delle difese immunitarie della popolazione e delle condizioni climatiche. Per questo motivo è importante informarsi senza allarmismi, capendo cosa aspettarsi e come proteggersi.

Secondo l’andamento classico dell’influenza stagionale, il picco dei contagi si raggiunge di solito nei mesi più freddi, quando le persone trascorrono più tempo in ambienti chiusi e affollati. Nel caso della variante K, gli esperti ritengono che la diffusione possa intensificarsi tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, per poi diminuire gradualmente con l’aumento delle temperature. Non si tratta però di una data precisa uguale per tutti, perché il picco può variare da regione a regione e dipende anche dai comportamenti individuali.

Sintomi e prevenzione

I sintomi associati a questa forma influenzale sono simili a quelli solitamente sperimentati. In genere compaiono febbre, stanchezza marcata, mal di testa e dolori muscolari. Possono essere presenti anche tosse, mal di gola e naso chiuso, mentre nei più giovani o nelle persone più sensibili si possono osservare disturbi gastrointestinali come nausea o mal di pancia. Nella maggior parte dei casi i sintomi si risolvono in pochi giorni, ma è importante riposare e consultare il medico se la febbre è alta o persistente.

La prevenzione resta l’arma più efficace per ridurre il rischio di contagio. Lavarsi spesso le mani con acqua e sapone aiuta a eliminare i virus che possono depositarsi sulle superfici. Coprire bocca e naso quando si tossisce o si starnutisce e arieggiare gli ambienti chiusi contribuisce a limitare la diffusione. Anche uno stile di vita sano, con un’alimentazione equilibrata e un sonno regolare, sostiene il sistema immunitario. La vaccinazione antinfluenzale rappresenta un’ulteriore protezione soprattutto per le persone più fragili.

La variante K deve essere considerata come parte del normale panorama dell’influenza stagionale. Ponendo però cura nel cercare di prevenire il contagio, soprattutto in caso di vicinanza con persone fragili. Non dobbiamo dimenticare che questa influenza porta anche a picchi febbrili intorno ai 40 gradi per i quali si necessita di interventi mirati con antipiretici. Sempre sotto il controllo medico.