Un nuovo passo in avanti è stato effettuato nel tentativo di capire come mai alcune persone che fumano molto non presentino gli stessi danni, specialmente ai polmoni, di altre. Una delle possibili spiegazioni sta nella dieta. A trovarla è Steven Belinsky, capo ricercatore del Lovelace Respiratory Research Institute di Albuquerque, Usa, il quale ha pubblicato la sua ricerca sulla rivista Cancer Research.
La teoria di Belinsky è basata sulla cosiddetta “metilazione“, un metodo attraverso il quale è possibile valutare l’espressione dei geni. Nel DNA si trovano dei gruppi metile, cioè gruppi formati da 4 atomi (tre di idrogeno ed uno di carbonio), i quali a seconda della loro attività producono più o meno proteine. Il livello di metilazione per molti è un marcatore tumorale in quanto, un alto livello di metilazione è spesso visto in pazienti affetti da tumore. La ricerca di Belinsky si è concentrata su 1.100 persone che erano fumatori o ex fumatori.
Il medico americano ha analizzato la saliva, la quale contiene le cellule più facilmente “raggiungibili” in grado di rilevare diversi valori del DNA, in modo non invasivo. Per misurare la metilazione, Belinsky ha analizzato 8 geni chiave, e ha cercato una correlazione tra essi e le abitudini alimentari denunciate attraverso un questionario.
Alla fine dell’osservazione, i ricercatori hanno scoperto che i fumatori che mangiavano molti cibi che contenevano folati (come spinaci, insalata e legumi), presentavano bassa metilazione, e dunque minor rischio di tumore al polmone rispetto agli altri. Ma c’erano anche altri alimenti che potevano abbassare, seppur in misura inferiore, il rischio di contrarre un tumore, ed erano i multivitaminici e quegli alimenti che contengono vitamina C, A e K, luteina, acido folico, carotenoidi. Su questo punto però il mondo scientifico è diviso, perché sono in molti ad aver effettuato osservazioni su questo tipo di nutrienti, concludendo che, seppur portando beneficio alla salute in generale, non hanno alcun effetto, o almeno non un effetto non rilevante, sull’incidenza del tumore. Sembra dunque maggiore l’effetto delle verdure, le quali pare possano almeno “rallentare” l’effetto distruttivo del fumo.
[Fonte: Corriere della Sera]