Sul cosiddetto cibo spazzatura, pende la spada di Damocle. E’ in arrivo, infatti, una tassa che da un lato “punisce” i consumatori poco attenti alla salute, e dall’altro finanzia la costruzione di nuovi ospedali. Il provvedimento, presentato dal ministro della Salute Renato Balduzzi, sarà vagliato alla Conferenza delle Regioni, dove si discuterà del nuovo piano salute per il triennio 2013-2015. In ballo anche un riassetto legato ai ticket sanitari, alle esenzioni e ai nuovi tetti per la spesa farmaceutica.
Già da diversi anni si punta il dito contro i grassi idrogenati del cibo spazzatura. Con questo termine, infatti, si fa riferimento a tutti quei prodotti (per lo più commercializzati da multinazionali) praticamente privi di valori nutrizionali: merendine in primis, hamburger, bibite gassate e non, snack di vario tipo, caramelle, ricchi di calorie, coloranti, sostanze chimiche e conservanti.
Quest’estate, inoltre, la Coldiretti aveva avanzato una proposta analoga a quella del ministro della Salute, e chiedeva che venissero tassate le bevande gassate per favorire un più salutare consumo di frutta. Proprio le bibite, infatti, sono per la quasi totalità acqua con l’aggiunta di bollicine, coloranti, zucchero o dolcificanti sintetici, additivi e acido fosforico. In parole povere, calorie prive di vitamine e valori nutritivi.
Senza considerare le numerose ricerche condotte sul tema, l’ultima, in ordine di apparizione, mette in guardia chi consuma il cosiddetto “junk food” dai pericoli per il cervello. Secondo gli studiosi della Oregon Health and Science University di Portland, infatti, mangiare il cibo spazzatura ha implicazioni negative non solo per la nostra linea e la salute del cuore, ma anche del cervello.
A finire sotto accusa, sono ancora una volta i grassi idrogenati, una minaccia per la salute spesso sottovalutata, nonostante la scienza abbia oramai appurato da anni che siano nocivi, provocando l’aumento del rischio cardiovascolare, l’innalzamento del colesterolo cattivo. L’idrogenazione è un processo chimico attraverso il quale gli acidi grassi polinsaturi vengono parzialmente saturati. I vantaggi, esclusivamente dal punto di vista industriale, è bene sottolinearlo, sono molteplici.
Con l’idrogenazione, infatti, migliora la consistenza di alcuni prodotti, come la margarina, ad esempio, la conservazione, la stabilità alla alte temperature (quindi possono essere utilizzati più volte per friggere). I costi, così, si abbassano, ma a scapito della qualità e della nostra salute!
Gli alimenti più a rischio sono la margarina, i dolci confezionati, la pasta sfoglia confezionata, il cibo dei fast food, dadi da brodo, salatini, patatine e snack vari.
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