Oggi vi proponiamo una serie di chicche sul carciofo, ricco di vitamine B e C, di potassio, di calcio, di fosforo e di manganese, largamente diffuso nel bacino del Mediterraneo. Di questa pianta si consuma l’infiorescenza quando i fiori non sono ancora dischiusi. E per la serie non si butta nulla, ci preme informarvi che anche il peduncolo è commestibile. L’epoca della produzione va da ottobre a maggio per le varietà precoci e da fine marzo a giugno per le tardive.
E’ un alimento che non ha controindicazioni al consumo, salvo che per le donne nel periodo dell’allattamento, poiché ostacola la produzione di latte. Per sfruttarne al massimo i principi nutritivi, è consigliabile mangiarlo crudo. Il carciofo, come tutti gli altri ortaggi, si presta a divenire protagonista sulla tavola dei palati doc. Può essere consumato da solo, ma si abbina in maniera ottimale e senza ombra di dubbio, con le proteine animali quali:carne, o pesce, o uova, o formaggi, oppure con gli alimenti amidacei quali:cereali o patate. In entrambi i casi si ottiene un piatto equilibrato quanto a sapore ed a valore nutritivo.
Ottima anche la combinazione con i grassi, il classico pinzimonio, poiché l’acqua e i sali minerali del vegetale ne facilitano la digestione. Inoltre, si preferisce evitare I’associazione nello stesso pasto di un ortaggio con la frutta, in particolar modo quella non oleosa. Vegetali e frutta richiedono differenti tipi di succhi gastrici, la cui presenza contemporanea nello stomaco rende più lungo e faticoso il processo digestivo. Un occhio di riguardo va dato a questa pianta.
Da numerosi studi fatti, si è giunti alla conclusione che riveste un importante elemento per quanto riguarda il metabolismo del colesterolo e dei grassi nell’organismo. Ha effetti diuretici e depurativi; regolarizza la funzione epatica, la secrezione biliare, l’equilibrio del glucosio ematico e l’attività intestinale. Inoltre, l’azione depurativa contribuisce alla bellezza della pelle. Queste proprietà terapeutiche si ricavano solo in minima parte dal consumo dell’infiorescenza.
Infatti, i principi attivi quali la cinarina, i glucosidi, i tannini e l’inulina, sono presenti in quantità, maggiore nelle foglie di questa pianta. Notizie più certe sulla sua coltivazione in Italia risalgono al XV secolo, quando, dalla zona di Napoli, dove era stata introdotta da Filippo Strozzi, la coltura del carciofo si diffuse in Toscana e, successivamente, in molte altre regioni. In Italia tra le specie di carciofo più note vi è quella di Paestum. Questa pianta era amata anche in passato da noti personaggi quali Caterina dei Medici che ne fu una grande consumatrice.