La dieta mediterranea colpisce ancora. Positivamente. Un’ulteriore ricerca ha infatti confermato i benefici del mangiare all’italiana per quanto concerne la riduzione del rischio di incidenza delle malattie cardiovascolari. Ma la novità portata alla luce dallo studio è che gli alimenti che fanno parte del carrello della spesa mediterraneo sono altresì utili per prevenire malattie cerebrali e proteggere il cervello dall’invecchiamento e da patologie degenerative come il morbo d’Alzheimer.
A scoprirlo è stato uno studio condotto da un team di ricercatori del Columbia University Medical Center, i cui risultati sono stati riportati dalla rivista di divulgazione scientifica Archives of Neurology. Alla ricerca hanno preso parte 1393 persone sane, senza alcun disturbo cognitivo e 482 individui che presentavana al contrario qualche deficit nelle capacità cognitive.
Il campione di soggetti preso in esame dagli studiosi della Columbia è stato invitato a rispondere ad un questionario sui cibi consumati abitualmente. Dopo quasi cinque anni, sempre seguiti dai ricercatori, è emerso un deficit cognitivo in 275 pazienti tra il campione di soggetti con un cervello perfettamente sano e funzionante. Gli scienziati hanno constatato sulla base della dieta seguita da tutti i partecipanti che coloro che avevano seguito più scrupolosamente un regime alimentare basato su alimenti appartenenti alla dieta mediterranea avevano meno probabilità degli altri di sviluppare problemi cognitivi. Esattamente la percentuale di rischio per questi soggetti si attestava al 28% in meno rispetto alla norma. Per gli altri le probabilità si riducevano invece soltanto del 17%.
Ma la scoperta più interessante è che tra i soggetti con disturbi cognitivi quelli che seguivano una dieta mediterranea sviluppavano in misura minore il morbo di Alzheimer. Evidenza che ha portato gli studiosi a dedurre che un’alimentazione sana, in tal caso la dieta mediterranea invidiataci da tutto il mondo, può essere estremamente utile per proteggere il cervello e per mantenere inalterate nel tempo le funzionalità cerebrali.
[Fonte: Sanihelp.it]