Quello relativo al metabolismo ed al funzionamento delle ghiandole endocrine, ovvero che secernono gli ormoni che regolano il nostro corpo, è un equilibrio essenzialmente stabile ma facilmente alterabile. Tra le primarie cause che portano ad una sua alterazione vi è l’alcol. E’ di questo che si parla presso l’11esimo congresso nazionale dell’Ame, l’associazione medici endocrinologi, facendo il punto della situazione sui comportamenti a rischio.
Parlando dell’alcol, non bisogna approcciarsi in modo generalizzato: diversi studi hanno comprovato come un consumo moderato di alcol svolga un ruolo essenzialmente protettivo per ciò che riguarda l’organismo in generale e le ghiandole endocrine in particolare. Un fattore derivante in parte dalla presenza di antiossidanti all’interno del vino, soprattutto quello rosso. Al contrario dell’abuso di questa sostanza che non solo mette a dura prova il fegato, ma che agisce in modo diretto anche sulla ghiandole secernenti gli ormoni sessuali, e regolanti la fertilità.
Un esempio? Nelle donne un abuso di alcol riduce in modo sensibile le possibilità di concepire un bambino, mentre negli uomini non solo abbatte la quantità di testosterone nel corpo, ma peggiora sensibilmente la motilità spermatica.
Il metabolismo però, non risente esclusivamente dell’abuso di alcol. Sono molti altri i fattori che rischiano tutt’oggi di mettere a dura prova questo nostro equilibrio interiore. E non bisogna fare “troppa strada” per incontrarli: l’essere sottoposti a sostanze cancerogene di diversa tipologia, il diabete, un comportamento alimentare non adeguato, delle patologie non curate.
In particolare ci si è focalizzati sulla crescita, in termini percentuali, dei tumori endocrinologici. Spiega il dott. Franco Grimaldi, Direttore della SOC di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine:
Nella pratica clinica endocrinologica la neoplasia maligna più frequente è rappresentata dal carcinoma tiroideo. Nella gestione dei pazienti affetti da tale patologia è essenziale l’approccio multidisciplinare tra endocrinologo, chirurgo e medico nucleare in team per programmare il percorso più corretto in termini di diagnosi, terapia e follow-up.
Ed è proprio di questa collaborazione che si parlerà a lungo nell’incontro, tentando di trovate la giusta soluzione.
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